A Guardiagrele, quando si parla di “cripta”, basta la parola! Tutti capiscono che si sta parlando della chiesa di San Rocco, sotto la Collegiata di Santa Maria Maggiore. Eppure per tutti i guardiesi affezionati al dialetto è “la chjese di Sante Rocche”. Noi aggiungiamo: «Giustamente!».

Sì, perché per questo luogo di culto a disposizione dei fedeli da alcuni decenni, e che vi proponiamo in una bella immagine da Wikipedia, la definizione di cripta non ci sembra la più appropriata.

La tipica cripta, da epoca paleocristiana, è costituita da ambienti sacri sotterranei. Nei secoli successivi il termine fu usato più specificamente per indicare gli ambienti sotterranei posizionati sotto la zona absidale delle chiese. In pochissimi casi le cripte sono seminterrate ma sempre con ingressi principali dall’aula della chiesa soprastante.

A meno di percorsi semantici fantasiosi quella di San Rocco è piuttosto lontana dall’essere una cripta. Ha un ingresso principale indipendente, è seminterrata nella parte anteriore ed è fuori terra nella parte posteriore. È collegata alla chiesa soprastante solo attraverso passaggi non aperti ai fedeli e questo contribuisce a definirne l’autonomia.

L’unico motivo per cui si potrebbe parlare di cripta è che sopra di essa insiste un’altra chiesa. Ma questa non appare una motivazione sufficiente.

Potremmo concludere dicendo che noi guardiesi «veraci» possiamo a buon diritto continuare a parlare di “la chjese di Sante Rocche”. Ma se abbiamo iniziato questo discorso non era per finirlo qui. Già.

Avremmo potuto proporre un quiz: «Come si chiama nel nostro dialetto una cripta?», ma sarebbe stato troppo semplice andare sul nostro Dizionario Italiano-Guardiese disponibile online! Allora ve lo riportiamo qui. Cripta in guardiese si dice “succorpe” e non è tutto.

Succorpe” è un termine derivato dal latino che è stato ampiamente usato nei dialetti meridionali ed è passato nel vocabolario italiano (succorpo) proprio come recepimento dal dialetto col significato di cripta. Etimologicamente deriva semplicemente da «sub» e «corpus» a indicare una struttura sottostante (a quella principale). Non si parla di collocazione interrata ma solo di collegamento strutturale quindi, giustamente:

La chjese di Sante Rocche jè lu succorpe di Santa Marija Maggiore”!

Ultimo aggiornamento ( 03 Dicembre 2021)