Sarà poi vero che da queste parti siamo gente fondamentalmente schietta, quella da «pane al pane e vino al vino»?

L’ipocrisia dovrebbe risiedere altrove, infatti, se il nostro dialetto non prevede una parola per esprimere il concetto. Per avvicinarvisi si fa ricorso a “favizità”e per indicare l’ipocrita non si ricorre ad un semplice «falso» ma addirittura occorre arrivare a “nu favizune”!

Il nostro grande poeta Modesto Della Porta, da parte sua, faceva dire a “Cole di lu Laje” che gli abruzzesi hanno “nu core che ‘mmezz’a lu pane lu pù magna’, cà nen ci sta misture!” e “chji tè ‘stu core ‘n c’è case ca te fa na birbantate”! Gente genuina, quindi.

E non solo.

Per gli abruzzesi è anche arduo esprimere il concetto di simulazione e finzione. Non esiste un corrispondente classico di «fingere» e per indicare una simulazione si ricorre a “ ‘mpegne ”, al femminile, termine che al maschile traduce proprio «impegno», quindi si finge facendo “la ‘mpegne”. Anzi, “la ‘mpegne” si riferisce, in realtà, a una piccola finzione o simulazione, fatta così, tanto per dare a vedere. A questo proposito, ricordiamo ancora i tifosi buontemponi che allo stadio guardiese (quando era ancora un campo sportivo), anche di fronte a rudi interventi dei calciatori locali, roba – francamente - da codice penale, non si preoccupavano del giocatore avversario che si rotolava a terra dolorante, ma a gran voce suggerivano al direttore di gara: «Arbitro, sta a fare “la ‘mpegna”!».

Se invece ci si vuole riferire ad una finzione più elaborata, per diplomazia o più spesso per inganno, allora si parla di “parta fatijate”. Ritroviamo, quindi, anche qui il concetto di lavoro, fatica necessaria per ingannare. Lo stesso tipo di legame che troviamo in quell’affascinante professione, mestiere o gioco che è quello dell’attore. Forse riconoscendo la fatica e il lavoro su cui questa attività si appoggia, una volta, per chiedere chi erano gli interpreti di uno spettacolo teatrale o cinematografico si chiedeva: “Chji ci lavore?”.

Insomma, sembra proprio che gli abruzzesi non siano portati per la finzione. Sarà per la naturale indole schietta o, come dicono i cattivi, per la repulsione verso la fatica? Fatto sta che la storia non ricorda abili truffatori e neanche grandi attori abruzzesi (e ci scusiamo per l’accostamento irriverente). Tutto questo finora.

Ultimo aggiornamento ( 03 Dicembre 2021)