Vrittiline /vrïttïlìnë/           punizione corporale; solenne bastonatura

 

Tutti quelli delle generazioni più attempate hanno ricevuto la minaccia di na vrittiline e qualcuno l’avrà anche provata. La prima volta il significato veniva facilmente intuito e poi lo si dava per scontato ma, in realtà, non si capiva l’origine di questa strana parola forse ricollegabile a vrette. Cercare di evitarla era più salutare che indagarne l’etimologia. Oggigiorno le cose sono cambiate e possiamo anche pensare a soddisfare certe curiosità del nostro dialetto. Proviamoci.

Vrittiline non è una parola del solo dialetto guardiese ma è diffusa in varie zone abruzzesi quindi non può ritenersi invenzione gergale locale.

Qualcuno potrebbe pensare al facile collegamento, per evidente assonanza, a vrette (sporco) e vrittità (sporcizia) ma seguire questa etimologia sembrerebbe proprio un’arrampicata sugli specchi.

Ci convince maggiormente il percorso verso un più consistente vrattune, termine tuttora molto diffuso ma forse con significati non univoci. Vediamo di fare un po’ d’ordine.

Nel dialetto classico troviamo la vratte, bacchio o pertica per la bacchiatura, chiamata anche, più popolarmente, vràttele. Gli studiosi fanno risalire il termine al verbo latino classico “battuere” attraverso il tardo “battere”.

Da vràttele sono stati poi derivati vrattilanne (colpo dato col bacchio) e vrattilate (serie di colpi di bacchio).

A Guardiagrele è stato poi coniato il termine vrattune per indicare una pertica piuttosto grossa e quindi un bastone lungo e grosso.

A questo punto diventa arduo andare oltre per cui torniamo alla nostra temuta vrittiline.

A nostro parere, trattasi di una deformazione popolare di vrattilanne che potrebbe essere pervenuta a Guardiagrele attraverso una delle pronunce riscontrabili nelle zone limitrofe, ad esempio, “vrettelàine”.