Molti guardiesi di una certa età ricorderanno di aver ascoltato la buffa parola “trucchepolle”, solitamente usata per definire una persona corpulenta dai movimenti goffi. Quelli ancora più avanti negli anni probabilmente li hanno proprio visti i veri trucchepulle (plurale). Cos’erano? Ve lo spieghiamo subito iniziando col dire che si tratta della pronuncia dialettale della denominazione inglese “Truck Pool” che le popolazioni centro-meridionali d’Italia cominciarono a conoscere negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale quando le truppe alleate risalivano lungo la penisola.

I territori che venivano via via liberati passavano sotto il controllo dell’AMG, l’Allied Military Government (Governo Militare Alleato), autorità istituita in ognuno dei territori occupati, Francia, Italia, Grecia, Austria e Germania. In base alle disposizioni emanate il 1° maggio del 1943 dal generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate nel Mediterraneo, lo scopo principale dell’AMG in Italia doveva essere principalmente quello di garantire "la sicurezza delle forze di occupazione e delle loro vie di comunicazione" in un territorio la cui popolazione era da ritenere “presumibilmente ostile”. Nel contempo si chiedeva di provvedere all’utilizzo delle risorse del territorio per "assecondare gli sforzi politici e militari delle forze alleate in vista delle future operazioni".

A mano a mano che il fronte avanzava l’AMG aveva anche il compito di provvedere alle esigenze della popolazione e alle riforme politiche che dovevano servire a ricostituire appena possibile le nuove strutture di governo locali.

Uno dei problemi principali che la popolazione doveva affrontare in quel panorama di distruzione che la guerra si lasciava dietro nel suo passaggio era l’assoluta mancanza di mezzi di trasporto. La quasi totalità dei veicoli era stata distrutta o era divenuta inutilizzabile dopo le requisizioni per esigenze belliche. Sappiamo bene che nel nostro Centro-Sud le ferrovie non sono mai state capillari e quindi il trasporto di passeggeri e merci è sempre stato affidato a veicoli stradali, all’epoca ancora per tanta parte a trazione animale.

Nella situazione descritta l’AMG provvedeva a costituire nei centri maggiori, subito dopo la loro liberazione, un Centro Autoveicoli denominato “Truck Pool”. Il parco veicoli era sostanzialmente costituito da mezzi militari ormai obsolescenti, utilizzabili direttamente per il trasporto merci o riconvertiti a trasporto passeggeri con minimi interventi sbrigativi. In pratica si trattava di un servizio pubblico gestito dalle autorità alleate con personale locale. La comodità non era un requisito primario e quindi l’allestimento per passeggeri era costituito da panche di legno simili a quelle del trasporto truppe nei cassoni. Immaginarsi il comfort sulle disastrate strade dell’epoca.

I mezzi dei “Truck Pool”, con questa scritta ben in evidenza, arrivarono a svolgere, nei primissimi anni del dopoguerra, servizi regolari di collegamento tra i principali centri urbani. Nella foto potete vedere uno dei guidatori del Truck Pool di Foggia mentre si accinge a salire sul suo mezzo.

C’è da dire che questi servizi pubblici riscuotevano anche un certo favore tanto che, quando si ventilò la possibilità dello scioglimento dei “Truck Pool”, il deputato ortonese Silvio Paolucci presentò nel 1951 un’interrogazione parlamentare al Ministro del Tesoro del seguente tenore:

“Per sapere se è vero che si propone di procedere allo scioglimento della Gestione raggruppamenti autocarri (G.R.A., già Truck-Pool) che, se attuato, non solo priverebbe la nazione di un organismo in piena efficienza, che si è reso tanto utile alle popolazioni dei territori liberati e, a guerra finita, ha continuato ad assolvere egregiamente i compiti affidatigli, svolgendo soprattutto una benefica azione calmieratrice dei prezzi dei trasporti a tutto vantaggio dei consumatori, ma quanto getterebbe sul lastrico oltre 2000 lavoratori”.

I Truck Pool vennero sciolti lo stesso e sostituiti via via con nuovi servizi a gestione pubblica e privata ma la loro memoria è rimasta per decenni nel linguaggio delle popolazioni locali che, poco familiari con la lingua inglese, chiamavano trucchepolle ciascuno dei mezzi che riportavano in bella evidenza la scritta di appartenenza ai “Truck Pool”.

La loro mole inusuale, accompagnata dal movimento lento e ballonzolante per le condizioni delle strade, ha fatto sì che trucchepolle divenisse una definizione scherzosa molto comune in riferimento a persone grosse e goffe.

Ultimo aggiornamento ( 26 Maggio 2017)