Osservando gli stemmi delle antiche famiglie nobiliari guardiesi salta subito all’occhio che ben tre di essi recano l’indicazione di «Scioli». Eppure le famiglie Scioli presenti a Guardiagrele appartengono a ceti sociali diversissimi ma nessuna con pretese nobiliari. Degli altri cognomi che si possono vedere solo alcuni si riconoscono come nobiliari presenti ancora in questi anni, gli altri sono spariti. Gli Scioli sono proprio un caso a parte e probabilmente a loro è accaduto qualcosa sul piano dinastico.

Viene da pensare che in tempi relativamente recenti (soprattutto dopo l’Unità d’Italia), decadute le regole feudali, la discendenza si sia di molto allargata disperdendo il patrimonio famigliare. Come è sempre avvenuto in questi casi, il risultato è costituito da un buon numero di nobili decaduti, ambiti per il nome, non certo per il patrimonio. La discendenza femminile poi, pur ambita per il nome, presentava l’inconveniente di non riuscire a trasmetterlo in caso di matrimonio borghese. A Guardiagrele è evidentemente accaduto che almeno un paio di questi possidenti, con le necessarie conoscenze in alto loco, abbiano sfruttato la possibilità di richiedere alla massima autorità statale (il Re o il Presidente della Repubblica) l’aggiunta del cognome della moglie a quello dei figli. In questo modo i signori Liberato e Desiderio hanno fatto arrivare fino a noi i cognomi Liberatoscioli e Desiderioscioli, prima con cognomi distinti, poi uniti da trattino e infine fusi assieme.

Per inciso, lo stesso è successo ad un altro casato ancor più nobile relativamente a una discendenza guardiese che pochi notano. Si tratta dei Vitacolonna, in origine Vito Colonna. Un qualche signor Vito deve aver impalmato una discendente della nobilissima famiglia patrizia romana dei Colonna per poi dare origine alla vasta discendenza che conosciamo e che troviamo anche tra noi.

Ultimo aggiornamento ( 01 Agosto 2021)