Sulle origini di Guardiagrele sono state fatte molte ipotesi e il fatto stesso che esse siano rimaste a livello di ipotesi dimostra che le prove per avvalorarne qualcuna rimangono molto meno che sufficienti.

E allora vogliamo aggiungere a questo ventaglio di ipotesi un racconto di Antonio Lisio, un contadino guardiese analfabeta del XIX secolo. Il racconto, poco noto, è stato inserito da Gennaro Finamore in una raccolta di novelle popolari abruzzesi edita da Carabba. Il Finamore riporta questa leggenda sulle origini di Guardiagrele con le stesse parole dell’autore, in un dialetto arcaico piuttosto ostico.

Vi presentiamo qui di seguito una sintesi del racconto contenente spunti originali e interessanti.

 

Gli antichi abitanti di quella che divenne Guardiagrele abitavano un luogo distante un paio di miglia dal centro urbano attuale, in direzione di Orsogna [forse nella zona di Voire o di Melone?].

Il comandante di una soldataglia che si aggirava nella zona decise di stabilirsi in quella località. Conoscendo meglio il territorio, gli sembrò opportuno realizzare sulla collina dell’attuale Guardiagrele una fortezza, con una torre e le mura di cinta, nella quale stabilire la propria guarnigione. Per questo motivo la località prese il nome di “la Guardia”.

Nel corso degli anni la popolazione del circondario, per motivi di sicurezza, cominciò a concentrarsi nella fortezza che quindi cominciò a svilupparsi nella difesa e nei servizi. Sulla torre fu installato un cannone a difesa contro i briganti e per i cittadini si creò la fonte di Grele. La presenza di questa fonte fece sì che il luogo cominciò ad essere definito Guardiagrele [la Guardia di Grele].

Anni dopo la popolazione della zona fu sterminata da una epidemia di peste e tutta la zona tornò allo stato selvaggio. I pochissimi cittadini rimasti nei centri vicini, Pennapiedimonte (“la Penne”), Pretoro, Rapino e Fara Filiorum Petri (“la Farciole”), decisero di riunirsi in un luogo sicuro e si trasferirono proprio a Guardiagrele, centro fortificato ormai praticamente disabitato.

I vari gruppi si stabilirono in zone ben definite della fortezza e per questo anche oggi [nel XIX secolo] ci sono quartieri definiti “piazze di la Penne”, “piazze di Priture”, “piazze di Rapine” e “piazze di la Farciole”.

 

Qui finisce il racconto che, come detto, non sosteniamo ma non giudichiamo meno attendibile di altri narrati da storici o storiografi più o meno accreditati. Tuttavia, alcuni particolari molto interessanti ci sembrano indiscutibili: l’esistenza di quartieri abitati da cittadini dei paesi vicini. Si sono perse le tracce dei quartieri abitati da pretoresi e rapinesi, ma “via della Penna” è ancora lì e “largo Faricciola” pure!

I guardiesi hanno sempre sospettato che “via della Penna” fosse legata a Pennapiedimonte ma si è sempre pensato ad un riferimento geografico per la direzione lungo la quale essa si sviluppa. Invece no. Si tratta della strada in cui andarono ad abitare gli abitanti provenienti da “la Penna”.

Infine, c’è “la Farciole”. Detto che finalmente sembra chiaro perché questa storica piazzetta è così denominata, possiamo aggiungere una curiosità per certi versi clamorosa: Fara Filiorum Petri era nota come “Faricciola”, certamente per distinguerla dalla più importante Fara San Martino (“la Fare”).

Anche ai giorni nostri nessuno userebbe nel linguaggio comune l’impronunciabile nome ufficiale. Allora si faceva ricorso, da parte dei più vecchi, alla denominazione di “Fara Cipullare” per le squisite cipolle che lì si producono. Nell’ultimo dopoguerra il paese nostro vicino aveva perso la connotazione legata all’ortaggio e la sua identificazione principale divenne, un po’ scherzosamente, “la Fare di li gazzose” perché le migliori gassose della nostra zona le produceva Cerretani a Fara F. P..

Negli ultimi anni le gassose non sono più tanto diffuse e Cerretani ha chiuso il suo stabilimento ormai da tempo. È stato così che “Fara Cipullare” sta riprendendo piede. Per quanto ci riguarda preferiremmo si tornasse a “la Faricciole” o, nella versione più popolare, “la Farciole”.

Ultimo aggiornamento ( 18 Novembre 2017)