/pakkëfùnnë/ s m – alpacca; pack-fong

Sin dai primi insediamenti coloniali inglesi nell’Estremo Oriente cominciarono ad arrivare in Europa oggetti di buona manifattura realizzati in un metallo misterioso, simile all’argento, che in Cina chiamavano “baitong” (“tong” rame; “bai” bianco). In Inghilterra prese il nome di “packtong”, successivamente storpiato in “packfong”. Con quest’ultimo nome si diffuse poi in tutta Europa lasciando nel nostro Abruzzo il termine “pacchefunne”, diventato, nella versione popolare “pacchefù”.

Nel ‘700 si riuscì a scoprire che, in realtà, si trattava di una lega a base di rame con zinco e, in minor quantità, nichel: fu quindi classificata come “ottone al nichel”. Cominciò subito una piccola produzione quasi artigianale mentre si sviluppavano le ricerche per arrivare a produrre una lega particolare che ne permettesse l’impiego nelle posaterie come simil-argento. Fu così che in area prussiana, nella prima metà dell’’800, furono brevettate le leghe “argentana” e “neusilber” (nuovo argento).

Poiché le denominazioni commerciali continuavano a fiorire creando abbastanza confusione, verso la fine dell’’800 cominciò a prendere piede la denominazione generica “alpacca”. Non se ne conosce esattamente l’origine ma c’è chi sostiene che derivi dalla somiglianza, nell’aspetto, con i panni realizzati in lana di alpaca.

A tutt’oggi le leghe con almeno la metà di rame e poi, a titolo decrescente zinco e nichel, sono denominate “alpacche” se non coperte da denominazioni commercialmente tutelate. Possiamo dire che questo avviene dappertutto, ma non dalle nostre parti dove sopravvive lu pacchefunne.

Ma allora, perché lu pacchefunne (pacchefù) rappresenta un riferimento per indicare materiale scadente?

Anche in queste cose ci vuole un po’ di fortuna perché l’alpacca non è da disprezzare. Purtroppo i benestanti lo hanno disprezzato da subito perché è il parente povero dell’argento e le classi meno abbienti, che guardano soprattutto alle caratteristiche fisiche e meccaniche, lo mettono a confronto con l’acciaio con risultati prevedibili. Solo molti anni fa posate e stoviglie in alpacca avrebbero prevalso rispetto a quelle che venivano realizzate in normale ferro.

Nonostante tutta questa cattiva fama (immeritata) molti di noi hanno in casa oggetti raffinati realizzati in alpacca e placcati in argento puro. Oppure quelle posate con manici massicci in un metallo che sembra argento ma è alpacca e poi...

Quando rientrate a casa e prendete in mano la chiave per la serratura a cilindro, osservatela per un attimo. Quasi certamente è di pacchefù.

Ultimo aggiornamento ( 30 Aprile 2018)