Da bambini avevamo imparato a sopportare le mosche ma quando abbiamo imparato a sopportarle sono arrivati i pappataci a infastidirci nelle serate guardiesi! Quelle disturbavano tutto il giorno, queste prevalentemente di sera, ma con conseguenze molto più fastidiose.

Mia nuora, sostenitrice di rimedi naturali, ha riempito i balconi di citronella e, nelle uscite estive, si cosparge di repellenti a base di estratti di citronella. Lei dice che funzionano; personalmente ho dei dubbi. Di una cosa però sono certo: quella pianta non è la “citrunelle” del nostro dialetto!

Mia nuora e tutti quanti quelli che ne parlano continuano a definire “citrunelle” quella pianta che è un altro vegetale. Insomma: la “citrunelle” non è la citronella! Per lo meno non lo è mai stata fino a tempi recenti.

Non vogliamo creare ulteriore confusione prima di chiarire la faccenda e andiamo al dunque.

 

La citronella in cui ci imbattiamo più di sovente per le sue proprietà di insettorepellenza, è una pianta aromatica perenne originaria del subcontinente indiano (genere Cymbopogon).

La sua diffusione in Europa è avvenuta in tempi piuttosto recenti, stimabili in qualche decennio. Per questo motivo non si capisce perché abbiano deciso di chiamarla così visto che in italiano esisteva già una pianta introdotta dal Sudamerica che, per lo stesso motivo legato al profumo, veniva chiamata “citronella”. Probabilmente sarà accaduto per il fatto che quest’ultima viene chiamata in tantissimi modi diversi. I più comuni sono Erba Luisa e Verbena odorosa ma noi, su suggerimento di Gino Primavera, preferiamo chiamarla con l’altro nome di Lippia, per rispetto a Linneo che la dedicò all’esploratore di origine italiana Augusto Lippi.

Esiste poi la “cedronella”, anch’essa a volte erroneamente chiamata “citronella”. Il suo nome è dovuto ad una fragranza più spiccata verso il cedro che non al limone. La cedronella è ormai più nota come “melissa” ma nel dialetto nostro non si è mai fatta distinzione tra “citronella” e “cedronella”: nella parlata dialettale sono entrambe “cetrunelle” o “citrunelle” (il cedro, infatti, è detto cetre).

Emidio Vitacolonna nel suo “Glossario” definisce la “citrunelle” “pianta odorosa, melissa officinalis” e quindi propende per la “cedronella”. E poi c’è il nostro grande Modesto (notare l’ossimoro!) che in Rose de giardine e rose di ferre descrive l’omaggio floreale "a donn’Angelina Ferre pe lu jurne de lu spunsalizie ‘nche Eduarde Pace": alla più bella rosa del giardino “je ce aje messe atturne du ramate de rute, de mentucce e cetrunelle”. Capite benissimo che per adornare quella rosa non poteva usare che la melissa (cedronella), l’unica che si prestava per la sua conformazione ad abbellire una rosa. Aggiungiamoci pure che le foglie di melissa sono a forma di cuore e quindi accentuavano la galanteria racchiusa nell’omaggio floreale.

Cercando di ricucire questo tessuto storico-lessicale, cosa potremmo ipotizzare?

Proporremmo di riconoscere la primogenitura al significato di melissa, peraltro attestato nei vocabolari dialettali più antichi: la melissa o cedronella è nota da molti secoli per il suo olio essenziale, componente principale della famosa “acqua di melissa” prodotta dai Carmelitani ad uso curativo, soprattutto per le sue proprietà antisteriche.

Per i tempi moderni forse è il caso di seguire l’esempio della lingua italiana in cui la denominazione “cedronella” è quasi scomparsa a favore di “melissa” e quindi, anche nel nostro dialetto, potremmo cominciare a usare regolarmente il termine “milisse”. La nuova denominazione, in fondo, presenterebbe tratti di un’antica nobiltà legata all’etimologia greca che fa risaltare le sue proprietà di pianta mellifera. Era anche il nome di una ninfa che avrebbe inventato l’apicoltura.

Dispiace per Modesto che vedrà accentuato l’equivoco sulla sua “cetrunelle”. D’altronde il tempo ha i suoi diritti: chi usa più il termine “carusille”, protagonista di una delle più famose opere del nostro poeta?

A questo punto potremmo dire di aver risolto qualsiasi problema riconoscendo l’uso attuale di “citrunelle” per indicare la lippia. Tutto chiaro e assodato! Forse no.

Come la mettiamo con la citronella di origine indiana (Cymbopogon)? Temiamo che, proseguendo nell’attuale tendenza, tra pochi anni sarà più popolare della nostra amata lippia e quando i guardiesi pronunceranno “citrunelle” in maggioranza intenderanno il Cymbopogon.

Riusciremo a resistere? Chissà! Però potremmo iniziare chiamandola la “citrunella frastire”!

Ultimo aggiornamento ( 10 Maggio 2018)