È proprio vero che li lacce rischiano sempre di ingarbugliarsi. Ma non solo quelli del popolare modo di dire! Anche l’âtru lacce, il sedano, rischia di aggrovigliarsi.

Alcuni giorni fa, Gino Primavera, che tutti conosciamo per i molteplici interessi, si chiedeva e ci chiedeva come mai nel territorio interno del Pescarese il sedano venisse chiamato acce.

Ohibò! La cosa ci giungeva nuova ma non abbiamo esitato a credergli neanche per un attimo e subito ci siamo messi al lavoro.

Pensiamo di essere riusciti a trovare la soluzione a questo piccolo e curioso mistero ma la meraviglia per i retroscena di quel che sembrava una insignificante anomalia non ci ha ancora abbandonato. Seguiteci in questo percorso attraverso piccoli sentieri di storia, geografia e lingue morte, vive o precarie.

 

SedanoDapprincipio troviamo il termine latino “apium” che designava un gruppo di piante della famiglia delle ombrellifere o apiacee perché risultavano particolarmente gradite alle api. Da questo termine sono derivate le forme italiane “apio” o “appio” e l’appio dolce, la varietà coltivata, corrisponde al sedano che tutti conosciamo per uso alimentare.

Intanto diciamo che il nome “sedano” deriva direttamente dal greco “selinon”, incuneatosi nell’Italia settentrionale nell’Alto Medioevo attraverso l’Esarcato di Ravenna e divenuto il latino “selinum”. Questo arrivo ha intorbidato non poco le acque perché “selinon”, in realtà, designava il prezzemolo (altra apiacea).

Nel Centro-Sud, più precisamente nei territori che grossolanamente possiamo individuare come quelli appartenenti al Ducato di Spoleto e poi proseguendo verso Sud, diciamo dalle Marche alla Sicilia, “sedano” si è affermato solo in epoca più recente proprio con la diffusione dell’italiano (fortemente costruito sulle parlate del Centro-Nord). In questa area, dove i dialetti però facevano la parte del leone, la denominazione continuava regolarmente ad evolversi autonomamente partendo dall’antico “apium” e trasformandosi (udite, udite!) in acce, con piccole variazioni nei diversi dialetti locali. Non meravigli questa metamorfosi perché è analoga a quella di “sepiam” diventata secce per indicare la seppia.

Ai giorni nostri, in quasi tutti i dialetti del Centro-Sud, si continua ad usare il termine acce per indicare il sedano, selvatico o coltivato, tanto che nella cucina tradizionale di queste zone esiste il piatto principe della nostra pianta che è “acce e patane”. Ma l’intrico non è finito perché siamo arrivati solo a acce.

A questo punto occorre far conoscenza con quel fenomeno che gli esperti di linguaggio chiamano agglutinazione. Si tratta dell’unione di vocaboli con un affisso, unione che avviene per vari motivi nel parlato ma poi produce una modifica permanente del vocabolo originale. In molti casi il coinvolgimento riguarda l’articolo anteposto. Questo fenomeno è a tutti evidente nell’aggettivo dialettale lùteme (“Lu lùteme a ‘rriva’, lu prime a jìresene”) ma nessuno immaginerebbe che esso ha interessato anche lacce se non si sapesse dell’esistenza dell’originale acce.

La forma agglutinata lacce ha trovato dimora soprattutto in Abruzzo perché altrove compare solo in aree piuttosto ristrette. In alcuni casi, specialmente in Campania, diventa anche femminile (la lacce) subendo addirittura una seconda agglutinazione con l’alacce.

Ribadito che la forma largamente più diffusa in Abruzzo è lu lacce, occorre aggiungere che nella nostra regione coesistono un po’ tutte le forme che abbiamo descritto. Gino Primavera ci informa che oltre alla forma acce che compare nell’area interna pescarese - un’ammirevole sacca di resistenza all’agglutinazione! - nel teramano compare anche “sèllere”, chiara derivazione dal termine greco-latino cui abbiamo sopra accennato.

Insomma, in Abruzzo abbiamo “ufficialmente” la forma anomala lacce e poi tante eccezioni all'anomalia...

Che confusione! E pensare che abbiamo evitato di approfondire il doppio significato di lacce e che di acce esiste anche un altro significato al femminile!

Concludiamo con una considerazione ormai ricorrente: non è più appropriato e significativo il dialettale lacce o acce (appio) rispetto all’italiano “sedano” che poi originariamente era prezzemolo?

Ultimo aggiornamento ( 10 Maggio 2018)