Abbiamo atteso un po’ di giorni per rimettere ordine ai pensieri che si sono affollati nella mente dopo l’eccezionale evento di sabato 9 dicembre scorso.

Locandina concertoDi cosa si è trattato lo potete vedere nella locandina, immagine che abbiamo continuato a riguardare anche dopo quella serata memorabile per la comunità guardiese.

Sì, si tratta indubbiamente di una locandina già in sé di grande valore artistico ma non è questo il motivo della nostra insistente osservazione.

La guardiamo perché a colpo d’occhio ci evoca quanto è accaduto in questo anno di celebrazioni del centenario della nascita del M° Donato Ricci, il più importante musicista che Guardiagrele abbia mai avuto.

Fino a pochi mesi fa nulla si sapeva di possibili celebrazioni e solo l’attivismo di Stefano Bucceroni, nipote e custode della memoria del Maestro, ha permesso di muovere le acque e svegliare le coscienze sopite. Noi che riteniamo di conoscerlo abbastanza per antica amicizia, abbiamo avuto la sensazione che egli stesso non fosse particolarmente sorpreso di questa situazione e maliziosamente potremmo dire “perché i guardiesi li conosce bene!”. Ma questo lo diciamo noi perché la sua signorilità non gli consentirebbe simili esternazioni.

Generale è stata, invece, la sorpresa della cerimonia di apposizione della targa presso l’abitazione del compositore, opera di cui abbiamo potuto ammirare la pregevole fattura, essa stessa un pezzo d’arte di prim’ordine. Il nostro “Natuccio” ne sarebbe stato orgoglioso.

Negli stessi giorni della ricorrenza, nell’ottobre scorso, Stefano ha messo a disposizione la Casa Memoriale del Maestro per un concerto curato dall’associazione musicale ARIA (Amici Riuniti In Arte), offerto ad un pubblico ristretto per ovvi motivi di spazio.

Per chi ha partecipato l’effetto è stato folgorante: una serie di brani dalle leggiadre ma potenti suggestioni che sembravano assolutamente inediti. Questo era il risultato dello spunto geniale che ha indotto alla riproposizione di opere anche abbastanza note sotto forma di romanze in esecuzione cameristica: un ritorno alla tradizione “colta” della musica abruzzese.

Accidenti, “Natuccio”! Perché non ce l’hai mai detto? Perché non l’abbiamo mai capito?

Tu le creavi al pianoforte e, come fa un compositore, nella tua mente diventavano qualcosa di diverso! Quando scrivevi le marce, il tuo pianoforte diventava la strada cittadina lungo la quale una banda militarmente sfilava. Ma quando componevi queste opere quale scenario stavi immaginando? Forse ora finalmente lo sappiamo.

Il successo di quella serata ha convinto Stefano a impegnarsi per impedire che tutto andasse perso nel ricordo di una “curiosa trovata artistica estemporanea”. Nacque così l’idea di una registrazione in studio con una riproposizione dei brani, più qualche aggiunta, nel nitore consentito da un CD.

Così è avvenuto, ma Stefano non si è accontentato ed è così nata la serata del 9 dicembre, una riproposizione estesa e dal vivo di una edizione contenente anche alcuni aggiustamenti filologici.

Straordinario!Targa in piazza S. Maria Maggiore

Pensandoci bene, non ricordiamo altri casi, nella nostra città, di concerti o anche di altre manifestazioni culturali in cui la primaria finalità di presentare un prodotto abbia rivaleggiato col contenuto artistico della serata stessa. Ci tornano in mente serate in cui l’autore viene esaltato oltre la decenza pur di vendere al momento qualche copia del prodotto e, viceversa, concerti e recital durante i quali si approfittava per vendere libri o CD al solo scopo di arrotondare gli introiti. Questa volta è stato diverso e crediamo che tutti abbiano avuto la consapevolezza dell’eccezionalità dell’evento.

Dobbiamo ringraziare i validi artisti che si sono succeduti nelle esecuzioni per aver messo la loro arte a servizio dell’opera di Donato Ricci e non viceversa. Abbiamo la presunzione di pensare che questo abbia costituito per loro un motivo di arricchimento artistico e professionale.

Una serata in cui il protagonista è stato il Maestro, musicista che ha ricevuto finalmente un degno omaggio, purtroppo solo postumo, a parziale riparazione delle incomprensioni che lo hanno perseguitato nel corso della sua vita. E mentre la magia delle note e dei versi in guardiese avvolgeva e incantava gli spettatori, ci è sembrato di vedere, lassù in galleria, Aldo Aimola che, sorridendo compiaciuto, ammiccava verso Mauro Iacovella e dava di gomito al Maestro che continuava a fissare incredulo la sala. In effetti “Natucce”, pur col suo fare modesto, è sempre stato convinto del valore delle sue opere ma era anche consapevole che i suoi concittadini non glielo avrebbero mai riconosciuto. Non considerava che qualcuno, in qualche modo e in qualche tempo, rende sempre giustizia a chi merita (accade anche in direzione opposta). Ora ne siamo certi: l’oblio non coprirà Donato Ricci perché lui non era solo “Natuccio” (“Natucce ebbì”). Chi lo ha frequentato in vita potrà vantarsene e molti lo faranno tacendo le derisioni. Siamo certi, però, che saranno già stati tutti perdonati.

Ora non ci resta che riascoltare il CD con la fantasia che viaggia lentamente con noi su un calesse, lungo un complice viale che ad ogni sobbalzo ci stringe sempre più alla nostra amata...

Ultimo aggiornamento ( 02 Aprile 2022)