Non so se tutti hanno compreso di cosa stiamo per parlare ma, per capirne meglio le motivazioni, partiamo da posizione eccentrica: la “Tammuriata Nera”, popolare canzone napoletana dell’ultimo dopoguerra con testo di E. Nicolardi e musica del consuocero E. A. Mario, grande autore che musicò anche “La Leggenda del Piave”!

Ricorderete che nella canzone si racconta del trambusto che scoppiò a Napoli, nel periodo dell’occupazione americana, quando una donna del luogo diede alla luce un bimbo di colore, episodio vero di cui Nicolardi era stato testimone presso l’ospedale in cui lavorava.

L’autore ci racconta che le popolane ne discutevano animatamente ma in fondo con benevolenza perché tutto era dovuto alla presenza (si badi bene: la “sola” presenza!) nel territorio di militari afro-americani. Le comari sostenevano: «Sti fatte nun so’ rare se ne contano a migliare! ‘E vvote basta sulo ‘na guardata, e ‘a femmena è rimasta sott’’a botta ‘mpressiunata».

Raffaello - La GravidaEcco, siamo arrivati al punto: la credenza popolare, radicata fino a non molto tempo fa, che le caratteristiche somatiche del nascituro potessero essere influenzate da visioni che hanno fortemente impressionato la gestante. Ci permettiamo di raccomandare cautela prima di sogghignare pensando a quanto erano ingenui i nostri progenitori: considerate quante storie si fanno ancora oggi per le voglie di fragola, cioccolato o altro ancora!

Dunque, a quei tempi c’era il problema di non impressionare le future mamme. Già, e se poi il “fattaccio” accadeva comunque? Se la donna faceva un sobbalzo quando all’improvviso da un vicolo sbucava una persona dall’aspetto orripilante? Il rimedio c’era ed era pure abbastanza pratico e “a portata di mano”. Si trattava di un gesto che qualcuno definirebbe “apotropaico” ma noi, gente comune, chiamiamo “scaramantico”: un segno di croce fatto con discrezione sul pancione (“la Cruce a la panze”).

Detto per inciso, molte donne eseguivano questa benedizione irrituale anche se la gestazione non era accertata ma solo possibile, perché “non si sa mai!”. Immaginate cosa accadeva quando veniva sorpresa a fare il gesto una donna non regolarmente coniugata... In soccorso arrivava qualcuno a dichiarare che il gesto poteva essere purificatore con valenza futura! Parentesi chiusa.

La Cruce a la panze, dunque, era un gesto talmente noto che per molti anni è rimasto nell’uso parlato come metafora. Le signore dicevano di essersi fatto il segno anche solo per significare che avevano incrociato una persona che per loro era assolutamente da evitare, non solamente per l’aspetto fisico.

Ah, per chi non lo ricordasse bene, la storia della Tammurriata nera si completa con il coro che ironizza sulla “guardata” e sulla “’mprissione” quando, invece, c’è qualcuno che “ha cogliuto buono ‘o tiro”. Ogni discorso viene poi chiuso dall’intervento di un contadino, ovviamente esperto di semina, il quale sentenzia:

«Addò pastine ‘o grano, ‘o grano cresce. Riesce o nun riesce, semp’è grano chello ch’esce».

Ultimo aggiornamento ( 24 Novembre 2019)