Con le regole da noi definite abbiamo voluto trascrivere uno dei componimenti di maggior successo di Modesto Della Porta, il più importante tra i nostri poeti concittadini: “La Novena di Natale”.

Dobbiamo dire subito che questo esercizio che ha interessato diffusamente il testo si è sviluppato nel rispetto assoluto del testo originale in termini di pronuncia del contenuto. Si è trattato semplicemente di una revisione ortografica secondo regole da noi definite in modo da consentire una più facile lettura e comprensione del testo.

I nostri poeti dialettali posteriori si sono potuti avvalere di un bagaglio di conoscenze ortografiche e grammaticali più consistenti con una produzione letteraria pressoché impeccabile dal punto di vista di uniformità anche nel tempo. Modesto, invece, scriveva le sue composizioni con il fine più immediato di una lettura pubblica eseguita personalmente; l’uniformità ortografica era l’ultima delle sue preoccupazioni. Successivamente, in occasione delle diverse pubblicazioni, intervenivano altre mani (spesso frastire) ad aggiustare i testi e spesso, purtroppo, a manometterli.

Siamo partiti dalle edizioni più note dei testi per realizzare questa versione ortografica che, ribadiamo, non vuole “correggere” il contenuto della sua opera ma eliminare le imperfezioni nella forma scritta. Oltre a questo abbiamo voluto introdurre alcuni accorgimenti per facilitare la fruizione dell’opera anche da parte di lettori meno avvezzi al nostro dialetto.

Forse in alcune parti, pochissime, in verità, ci si imbatte in soluzioni grafiche non tradizionali ma abbiamo fatto ricorso ad esse quando necessario per una rappresentazione più precisa dei fonemi.

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La Novena di Natale

Aggiungiamo infine alcune curiosità a commento del testo:

 

Verso

Nota

1

Jere a lu jurne, dope vintunure, …

La vicenda narrata si svolge nella seconda metà di un pomeriggio (“dope vintunure”). Considerando che nel periodo prossimo al solstizio invernale il crepuscolo (ventiquattrore) avviene a Guardiagrele alle 17 circa, le ventunore corrispondono alle 14:30 (circa).

Quindi il tutto avviene in meno di mezz’ora, con inizio poco dopo le 2:30 pomeridiane e termine alle 3:00, come confermato dai tre rintocchi (“stucche”) del “campanone” al termine del racconto (verso 151).

13

...la cìtele, Landine...

Si tratta della nipote del poeta, Gina Matilde, figlia del fratello Remo, nata nel 1920 (M. Palmerio, «Novena di Natale», Aelion Dic. 2018).

Veniva normalmente chiamata Landina perché la cognata del poeta, Orlandina, morì pochi giorni dopo averla data alla luce per cui, nel rispetto di una consuetudine ormai dimenticata, quando un genitore moriva lasciando un figlio piccolissimo, questi per i conoscenti riprendeva il nome del defunto nonostante la diversa indicazione all’anagrafe e al battesimo. “S’arillivave”, quindi, immediatamente senza attendere nascite future.

18

Quattòrdece... dumane...

Il giorno in cui avvengono i fatti è quello di santa Lucia, il 13 dicembre. L’identificazione è possibile attraverso l’indicazione del giorno successivo che, evidentemente, è quello di inizio effettivo della Novena, i nove giorni di giro degli zampognari sotto le case del paese.

A conferma di questo, subito dopo viene spiegato che gli zampognari stanno eseguendo il giro preliminare per la consegna di “li Santarille di Natale”. La consegna costituiva, diciamo così, l’iscrizione alla Novena perché “lu Santarelle” doveva essere affisso sul portone di casa quale contrassegno identificativo per l’esecuzione della nenia.

85-87

… nu quatrare …facè da prime 'nchi la ciaramelle.

Da sottolineare la competenza di Modesto in campo musicale. Ciaramella è il nome corretto dello strumento che affianca le zampogne anche se spesso è indicato genericamente ed erroneamente con il nome di “piffero”.

95

«La notte di Natale è notta sante!»

Si tratta del primo verso di “Zampognata ciociara”, composizione religiosa della tradizione laziale.

Purtroppo non si riesce ad identificare il tango «Dormi bella sul mio core» (verso 135) che viene improvvidamente eseguito poco dopo da zi Pasquale.

111

...lu miele di li Cese...

Le Cese sono una frazione del comune di Casalanguida, località molto nota all’epoca per la produzione di un miele prelibato («Guida Gastronomica d’Italia», TCI, 1a ed. 1931).

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento ( 18 Dicembre 2021)