Piccolo giallo in “Serenate a Mamme”... e il lettore attento avrà già notato un elemento del caso.

Il più noto componimento di Modesto è pubblicato da sempre, salvo eccezioni sfuggite a chi scrive, con il titolo “Serenate a Mamma” e questo già avrebbe dovuto insospettire il guardiese dall’orecchio fino: “Mamma” è una forma che ricalca l’italiano ed è usata solo in ambienti che vogliono mostrare una certa ricercatezza di linguaggio. Non sembra questo il caso di Modesto, specialmente nel componimento in argomento.

Ebbene, come riporta Vito Moretti nella sua encomiabile opera “Per Modesto Della Porta – Inediti e apparati critici”, del componimento esistono due manoscritti redatti dal poeta a distanza di pochi giorni: il Testo A1, scritto nel maggio del 1929, e il Testo A2, datato 15 giugno 1929.

Nell’opera di Moretti, pubblicata nel 1999 dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Guardiagrele, si riproduce il manoscritto inedito di maggio (Testo A1) ma si usa come riferimento per le analisi il Testo A2 di giugno, reperibile in altre edizioni di Ta-pù in una fedele trascrizione del manoscritto.

Nell’Allegato sono evidenziate le correzioni apportate nella seconda stesura.

Anche se le correzioni sono essenzialmente di tipo ortografico e abbastanza giustificabili, si osservano anche tre evidenti modifiche fonetiche piuttosto discutibili.

La prima, di cui si è detto, è nel titolo dove l’iniziale “Mamme” è diventato “Mamma”.

Le altre due riguardano il verbo “pu’” (può) modificato in “po’” e il sostantivo “zuffianne” (soffiata) diventato “suffianne”.

A questo punto non si può sfuggire ad una domanda:
le tre modifiche fonetiche potrebbero mai essere state apportate da un guardiese?
Nessuno in paese pronuncerebbe le tre parole nella versione del Testo A2!

E allora è azzardato pensare che Modesto abbia fatto vedere a qualche conoscente la prima stesura del componimento ricevendo una serie di indicazioni per aggiustamenti ortografici?
E se questo conoscente di fiducia non fosse stato proprio guardiese, diciamo, “purosangue” e oltre agli aggiustamenti ortografici si fosse avventurato anche in qualche rilievo fonetico, purtroppo non rigettato dal poeta?

Sarà difficile trovare risposte a queste domande. Tuttavia ci sembra sussistano tutti i motivi per ritenere foneticamente valido il Testo A1 anche se ortograficamente emendabile. Per completezza, nell’Allegato è riportata la stessa composizione (Testo O) in cui sono stati apportati solo aggiustamenti ortografici al Testo A1.

In definitiva, noi sosteniamo la "guardiesità" del Testo A1 e, se "immodestamente" (avverbio quanto mai appropriato) avessimo potuto dare qualche consiglio al nostro poeta, saremmo intervenuti solo sull'ortografia (Testo O). Il Testo A2 ci sembra francamente inquinato.

Tutto questo riporta in primo piano il sospetto che da anni circola tra molti appassionati guardiesi riguardo a scempi avvenuti sul testo originale. I principali sospettati sono ritenuti gli stampatori dell'epoca, purtroppo mai “paesani”!

Un riesame dei manoscritti da parte degli studiosi dellaportiani potrebbe restituire al Poeta una parte di quella musicalità propria della sua vena artistica. Non importa se a volte non sarà più suono di violino: a noi continua a piacerci quello di trombone!

Ultimo aggiornamento ( 18 Dicembre 2021)