Si sente parlare molto spesso di luoghi dell’anima o del cuore e tra questi ce ne sono anche di molto particolari perché non riguardano la geografia ma, potremmo dire, più strettamente la topografia, ovvero dei punti di riferimento del territorio. A Guardiagrele se ne potrebbero individuare tanti anche se non tutti impressi allo stesso modo nell’animo e nella mente. Uno di questi punti caratteristici è certamente la Fonte di Grele.

Non stiamo parlando della località, abbastanza indefinita nei suoi confini, un tempo dotata di centro abitato autonomo e addirittura titolare di feudo. Ci riferiamo proprio a quella fonte munita di una importante fontana di pietra e di pietre.

Quella fonte ha rappresentato per millenni un punto di riferimento del territorio perché, prima della realizzazione della via Occidentale, i percorsi convergevano o, viceversa, si diramavano da essa verso le colline della Guardia e di San Donato, verso i tratturi in direzione meridionale (S. Eusanio d. S.) e settentrionale (Fara F.P.), verso Comino per tutte le località pedemontane. Stiamo parlando di percorsi molto frequentati, importanti per il traffico commerciale di prossimità e di lunga distanza con carri e animali o semplicemente a piedi. In epoche recenti, prima dell’impressionante sviluppo edilizio della zona, ha rappresentato una tappa obbligata per gli escursionisti di ritorno da passeggiate o scampagnate lì intorno o verso la montagna (tappa successiva era la fonte di Bocca di Valle). Forse questo rapporto con attività da tempo libero ha accentuato il legame sentimentale dei guardiesi con la Fonte di Grele.

Considerato tutto questo, come si può non esprimere preoccupazione per l’attuale stato dell’antica fontana, reso maggiormente evidente in occasione degli sporadici interventi di ripulitura? Qualche rivolo d’acqua che scorre nel terreno senza sgorgare per le cannelle. Pietre sconnesse e sparpagliate a terra. Complesso smozzicato e fatiscente con vasche non più a tenuta.

Considerato che, a quanto risulterebbe, l’opera non è ritenuta meritevole di tutela istituzionale, diventa inevitabile porsi una domanda provocatoria: tenuto conto della velocità di degrado della fontana, vale proprio la pena di continuare a preservarla? Domanda che non vuole assolutamente essere un invito a distruggerla definitivamente, anzi. Chiediamoci urgentemente se non sarebbe meglio anticipare gli insulti del tempo e dei vandali portando via quel poco di significativo rimasto al fine di custodirlo altrove? Questa soluzione andrebbe ovviamente accompagnata da una ricostruzione della fontana secondo semplici canoni tradizionali e di buon artigianato locale, ovviamente curando che l’acqua sgorghi effettivamente e che lo faccia dai fori previsti!

La nuova fontana andrebbe corredata da un cartello informativo per i turisti (e per molti guardiesi) nel quale venga spiegato cos’era Grele e l’importanza di quella fonte dalla preistoria all’epoca delle transumanze e (perché no?) delle escursioni dei guardiesi con eventuali scampagnate.

Le pietre originali sarebbero custodite e visibili altrove mentre il luogo verrebbe consegnato alla sua storia locale e alla mitizzazione degli abitanti.

Per prendere una decisione a riguardo non resta molto tempo. Tra qualche anno non ci saranno più i presupposti neanche per porsi domande del genere.

(15 novembre 2024)

Ultimo aggiornamento ( 23 Dicembre 2024)