San Biagio fu vescovo di Sebaste in Armenia e subì il martirio nel IV secolo. Sia pur lontano nel tempo e nello spazio la sua memoria è sempre viva tra i fedeli che lo ricordano come il «Santo della gola».

Riserviamo volentieri a questo importante santo della Cristianità un posto di diritto nel nostro Almanacco perché il suo nome è ben presente nel nostro territorio, sia pure nell’adattamento alla sonorità linguistica internazionalmente più diffusa (Biase). Proprio a Guardiagrele, nella località che porta il suo nome (San Biase), abbiamo una chiesa dedicata al Santo elevata a parrocchia nel 1951.

La protezione sulla gola che può essere richiesta al Santo (siamo ancora in un periodo critico dell’anno) si ricollega al suo portentoso intervento su di un bambino che stava soffocando per una lisca di pesce conficcata in gola. Questa protezione si ottiene attraverso un apposito rito che vede il celebrante posizionare davanti al collo del fedele due candele incrociate che sono state benedette nel giorno precedente (la Candelora). Questo rito attribuisce al Santo anche il patronato sulla verità perché la gola viene salvaguardata dal male anche dal punto di vista morale.

Dalla leggenda del suo martirio che in una fase lo videro sottoposto al supplizio di uncini e pettini da cardatore, proviene l’indicazione del suo protettorato sui tessitori e cardatori. Per la cronaca (leggendaria) la soluzione finale, pur dopo tanti supplizi, avvenne ricorrendo alla decapitazione.

Nel corso delle celebrazioni per san Biagio si portavano a benedire le sementi per le future coltivazioni. Successivamente, come augurio per un buon raccolto, si passò alla benedizione di pani appositamente preparati e distribuiti tra i fedeli (a Milano erano fettine di panettone conservate dalle feste natalizie).


Un cero per il santo

Per un atto devozionale verso san Biagio ci si può comodamente recare nella chiesa della Madonna del Carmine nel centro storico. Una grande statua del Santo attende i fedeli in una nicchia posta sul lato destro dell’aula. La si riconosce per l’abito vescovile, ma soprattutto per il pettine da cardatore posto ai suoi piedi.

Nei giorni della sua festa e negli altri giorni di celebrazioni eucaristiche si può accedere alla chiesa parrocchiale in contrada San Biase.

La chiesa parrocchiale è posta nel versante sud della strada per S. Eusanio d. S. e, se non si è pratici, per recarvisi meglio fermarsi e chiedere. Non è, poi, difficile.

All’interno troverete la statua del Santo al di sopra dell’altare, se non è stata dislocata in posizione più accessibile per i giorni della festa.

La contrada riserva a san Biagio solenni celebrazioni nella seconda domenica dopo la Pasqua di Resurrezione.

Non è nota l’origine della speciale devozione locale al Santo. Si potrebbe pensare alla posizione dell’abitato sul crinale lungo il quale, da entrambi i lati, si sviluppano due antichi percorsi tratturali che poi confluiscono in una fonte a Sant’Eusanio d. S. Questo potrebbe aver prodotto, un tempo, lo sviluppo di attività laniere che rientrano tra i protettorati di san Biagio.

Altra ipotesi potrebbe essere il protettorato verso i lavoratori agricoli, stante la costante presenza di coltivazioni in quel territorio particolarmente produttivo. La festa primaverile sarebbe propiziatoria in vista degli importanti lavori in programma per i raccolti estivi che si sperano abbondanti.


 

Ultimo aggiornamento ( 01 Febbraio 2025)