Maggio - Magge (Maje)
Anche di questo mese, chiamato «Maius» dai tempi più antichi di Roma, non si hanno certezze sull’origine del nome se non per un riferimento, da molti condiviso, al concetto di maggiore che, sotto varie forme, trova applicazione a questo mese che è il più importante del periodo che precede quello dei raccolti.
Maggio è sempre stato visto come la sfarzosa proclamazione della vittoria della natura sull’inverno e questo induceva a festeggiamenti che servivano per tanta parte come rassicurazione riguardo all’imminente ritorno della disponibilità di prodotti:
Maje, ‘n feste e fiure mi ni vaje.
Nei nostri anni la vita dipende sempre meno dal succedersi delle stagioni e quindi, in questo mese, ci è consentito di ammirare la natura che esplode al massimo della sua bellezza senza più l’incubo di dover scalare la “coste di magge”. Questa simbolica erta rappresentava il periodo di ristrettezze economiche che gran parte della popolazione era costretta ad attraversare nel corso del mese.
Accadeva che, a parte il caso di pochi fortunati, le scorte alimentari invernali, costituite principalmente da farine e legumi in quantitativi che risentivano della scarsità di mezzi, all’inizio della primavera erano terminate o in via d’esaurimento. La campagna cominciava a fornire i primi prodotti ma si trattava di fave, piselli ed erba sulla (“lampalupine”), certamente buoni al gusto, ma poco utili come fonti di energia per i lavori prossimi a ripartire a pieno regime.
I contadini tiravano avanti con questi prodotti rinunciando agli acquisti e bloccando l’economia locale. Le famiglie di artigiani e commercianti, di conseguenza, pur potendo riprendere le attività all’aperto, tiravano la cinghia o si indebitavano.
Intanto si cercava di propiziarsi il futuro con le tradizionali celebrazioni del Calendimaggio e delle Maggiolate.
Nel cielo
Nel mese di maggio le giornate continuano ad allungarsi in modo deciso proseguendo la rincorsa verso il solstizio di giugno.
A Guardiagrele, il sole sorge prima delle 6:00 e tramonta dopo 20:00 (ora legale) arrivando, a fine mese, ad una permanenza in cielo di quasi 15 ore.
Nella meteorologia
Dopo un aprile solitamente piovoso in maggio abbiamo una situazione diversa:
Aprile, piove a ‘ccune a ‘ccune; a maje bone e une.
Le precipitazioni eccessive saranno compensate successivamente:
Magge piuvuse, aguste pulveruse
e, considerando anche le giornate di feste tradizionali, si rischia di non avere sufficienti giornate lavorative all’aperto:
Maje, feste e malitempe, ji mi ni vaje.
In ogni caso, con maggio, il freddo pungente non costituisce più un rischio:
Ticchje di maje, mi ni vaje.
Nelle campagne
Le condizioni meteorologiche di maggio sono fondamentali per i raccolti e occorre sperare in un andamento piuttosto regolare:
Si nijente succede a tutte magge, jè assicurate lu rane e lu furagge.
È importante che non faccia troppo caldo:
Magge fresche, fùneche pjine
Magge fresche, bona tresche
ma ancor di più che ci sia un giusto quantitativo di pioggia perché, da un lato
Magge assutte, rane pi tutte
dall’altro
Nişuna secche fa carastije, baste chi di magge nin sije.
Infatti, la pioggia favorisce i buoni raccolti:
Vale chju n’acque tra magge e aprile chi nu carre d’ore e chji li tire
Magge ben tumprate, vijate a lu bifuce ch’à sumintate
tuttavia la piovosità fa bene agli orti e alle coltivazioni erbacee ma sfavorisce la raccolta del grano:
Magge urtulane, tanta paje e poche rane.
Dal canto suo, l’ulivo dovrebbe aver già presentato i suoi germogli:
Quande cacchje d’aprile, l’oje va a varile; si cacchje a magge ci avaste pi l’assagge; si cacchie a giugne acquante ci pù ugne.
Relativamente agli altri fenomeni atmosferici, le nebbie sono certamente da evitare perché favoriscono la diffusione di parassiti e malattie per le piante:
La nebbie di maje all’àlbere fa dammaje.
Invece il vento è gradito
Magge ‘nchi lu vente, cafune cuntente.
perché aiuta nella diffusione di pollini e spore e contribuisce alla protezione delle piante attraverso una regolazione dell’umidità.
Ultimo aggiornamento ( 06 Maggio 2025)