Il monte Carmelo, che poi è una collina dell’Alta Galilea più bassa di quella su cui poggia Guardiagrele, rivestì una particolare importanza già nei primi anni del cristianesimo perché un gruppo di monaci vi si stabilì ritenendo il luogo quello della visione profetica della Vergine. Essa era identificata nella piccola nube che vi ascese dal mare per produrre le abbondanti piogge che posero fine alla calamitosa siccità in corso, come preannunciato dal profeta Elia nell’episodio narrato nel 1° Libro dei Re (18, 41-46).

I monaci arrivarono verso la fine del I sec. e ricevettero l’approvazione della regola solo nel 1226 da parte del papa Onorio III. Purtroppo l’invasione musulmana li costrinse subito a riparare in Occidente dove la devozione alla Vergine del Carmelo (o, più popolarmente, alla Madonna del Carmine) si diffuse velocemente anche grazie all’episodio che ebbe luogo un 16 luglio di pochi anni dopo.

Lo Scapolare del Carmelo

L’immagine tipica della Madonna del Carmelo la presenta vestita di marrone, con corona in testa, circondata da una moltitudine di angeli, seduta mentre da un lato sostiene il Bambino su un ginocchio e dall’altro mostra uno scapolare, una specie di collare che si indossa con immagini sacre che poggiano sulle scapole.

In altre immagini viene rappresentata proprio la consegna a s. Simone Stock, inglese, da pochi anni priore generale dell’ordine carmelitano, avvenuta il 16 luglio del 1251 a Cambridge, in Inghilterra.

Lo scapolare è composto da due rettangolini di stoffa marrone, il colore del saio dei carmelitani, posti ai capi di due cordoncini che vanno infilati al collo in modo che le pezzuole ricadano sul petto e sulla schiena. Sul riquadro anteriore è solitamente riportata l’immagine della Madonna con il Bambino.

Gli Scapolari benedetti vanno indossati ininterrottamente a contatto con la pelle fino alla consumazione delle immagini. Quelli che l’indossano entrano a far parte della Fratellanza dello Scapolare e sono tenuti a recitare ogni giorno tre Ave Maria, tre Gloria Patri insieme alla Preghiera dello Scapolare. Con questo ottengono il «privilegio sabatino», ossia l'assistenza della Madre di Dio in punto di morte con la promessa di salvezza dalle fiamme dell’Inferno e di liberazione dal Purgatorio il primo sabato dopo la morte (privilegio confermato da papa Giovanni XXII con una bolla del 1322).

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e san Giovanni Bosco indossavano lo Scapolare. Nei giorni della loro beatificazione i loro corpi vennero riesumati ma trovarono solo polvere. Gli Scapolari, invece, erano intatti.

L’immagine miracolosa

Era il 1500, anno secolare per il quale il papa dell’epoca, Alessandro VI, aveva indetto, ovviamente, un giubileo particolarmente importante. Un gruppo di devoti napoletani si avviò verso Roma in processione dietro l’icona della Madonna Bruna, immagine proveniente dalla Palestina e venerata presso la chiesa del Carmine a Napoli.

Avvenne che durante il tragitto si registrarono numerosissime guarigioni miracolose, tanto che a Roma si decise di esporre la sacra immagine nella stessa Basilica di San Pietro. Però, anzi, per fortuna, i miracoli continuarono anche durante l’esposizione nella Città Santa. Questo preoccupò la curia romana perché i pellegrini, con le voci che si erano già diffuse, affluivano in numero molto maggiore e si dirottavano prevalentemente verso l’icona. Insomma, dopo soli pochi giorni, dalla curia romana arrivò un pressante invito a riportare l’immagine a Napoli. I fedeli napoletani, pur capendo poco la richiesta, obbedirono prontamente e si riavviarono verso la loro città.

Nel viaggio di ritorno si ripeterono le numerose guarigioni miracolose e naturalmente all’arrivo a Napoli fu festa grande. Il sovrano dell’epoca, Federico I d’Aragona, decise di indire un giorno di grandi festeggiamenti per la Madonna Bruna del Carmine. Quel giorno, 24 giugno 1500, si verificarono nuovamente le guarigioni miracolose ed era un mercoledì. Questo fu il motivo per il quale a Napoli, e poi in tutto il Regno, il giorno di mercoledì venne dedicato alle devozioni verso la Madonna del Carmine.

Il legame con il terzo giorno della settimana era così tanto sentito dalla popolazione che a Guardiagrele il giorno del mercoledì veniva spesso indicato con “lu Càrmene”.

Il giorno dedicato alla Madonna del Carmine è considerato dalla nostra tradizione punte di stelle[1] e quindi da rispettare in modo particolare onde evitare inconvenienti di varia natura.

 


[1] https://www.coseguardiane.it/component/content/article/48-varie/324-punte-di-stelle.html

 

Un cero per la Santissima

Nel nostro territorio guardiese abbiamo, in centro storico, l’importante chiesa sussidiaria della Madonna del Carmine nella Parrocchia di S. Maria Maggiore, ma la festa della Vergine è rinviata alla prima domenica di settembre. La chiesa è solitamente aperta e vi si può accedere per un atto di devozione anche nei giorni della sua memoria nel calendario liturgico.

Tuttavia, nel giorno previsto dal calendario si tengono i festeggiamenti nella piccola chiesa della Beata Vergine del Carmine in località Caporosso, proprio all’interno del nucleo abitato. Si tratta di una chiesa sussidiaria della Parrocchia di S. Giuseppe Artigiano. In questa ricorrenza diventa il luogo più appropriato per una visita.

Ultimo aggiornamento ( 24 Settembre 2024)