Nel 1381, a Roccaporena, piccola frazione del comune di Cascia, in Umbria, nacque Margherita Lotti, detta Rita, quella che è poi diventata la «Santa dei miracoli impossibili». E in tanti sono in grado di testimoniare quanto questo sia vero. La potenza della sua intercessione potrebbe derivare da quella tenacia nel perseguire il bene che dimostrò più volte nel corso della sua vita.

Bella e brava figlia unica di due anziani contadini, noti in zona per la loro abilità nella conciliazione. In caso di lite per qualsiasi motivo, venivano chiamati a dirimere la vicenda. La loro particolare abilità non consisteva nell’applicare la legge scontentando, magari, tutte le parti coinvolte, bensì nel trovare la soluzione che accontentasse tutti fino alla pacificazione delle parti.

Appena arrivò all’età per il matrimonio, Rita fece qualcosa di inconcepibile ai giorni nostri: accettò di sposare un giovane del luogo di cui si conosceva il brutto carattere e si vociferava, addirittura, che operasse come sicario.

Diede due figli a quel marito violento che un po’ per volta si trasformò completamente. Non bastò, però, a evitargli la vendetta di antichi rancori. Rita si ritrovò con il marito assassinato e i figli che, a loro volta, volevano vendicarsi. Non riuscirono nel loro intento perché morirono presto di peste. In qualche modo furono accolte le preghiere di Rita per evitare che i figli si macchiassero di gravi colpe.

Dopo aver composto la faida tra i parenti e la famiglia responsabile della morte del marito, chiese di poter entrare nel monastero delle agostiniane a Cascia. Ma lì non vedevano di buon occhio l’ammissione di vedove. Si convinsero, a malincuore, solo dopo sei anni, nel 1413, quando se la ritrovarono all’interno inspiegabilmente.

Rita era devotissima alla Passione di Cristo e, nel 1432, mentre pregava davanti al Crocifisso, una spina si staccò dalla corona per andarsi a conficcare profondamente nella sua fronte.

La Santa morì di tubercolosi nel 1447 e il suo corpo, ancora incorrotto, è meta di continui pellegrinaggi nel santuario di Cascia.

Un cero per la santa

Se proprio pensate che vi necessiti una potente intercessione per la grazia che chiedete, rivolgetevi a santa Rita da Cascia. Potete trovare la sua statua nella chiesa della Madonna Addolorata.

Il suo sguardo non sarà rivolto a voi perché Rita, in abito monacale, continuerà a guardare il Crocifisso, come vuole la sua iconografia. Tuttavia, le sue orecchie sono ben aperte e disponibilissime all’ascolto.

Riconoscerete facilmente la sua statua dal segno lasciato dalla spina sulla sua fronte. Questo segno divino le rendono gradite anche le rose, ma che abbiano le spine, fiori che splendono nel mese in cui ricorre la sua memoria nel calendario liturgico.

Ultimo aggiornamento ( 24 Settembre 2024)