(22.08.1842 - 19.01.1899)
Francesco Paolo Ranieri, quel signore ai più sconosciuto che severamente ci osserva dalla foto, fu uno dei personaggi più eminenti della nostra Guardiagrele.
Nacque da Filippo e da Maria Teresa Scogna e visse nel palazzo ora in gran parte diroccato posto in uno degli angoli del nostro “Capocroce”. Lo ricorda una lapide apposta su quel che resta della facciata dell’edificio lungo via Roma, ma dalla lapide non si capisce molto e in tanti continuano a interrogarsi circa il motivo dell’importanza di questo personaggio che seguì la strada di tanti rampolli di famiglie facoltose dell’epoca: studiò legge a Napoli e poi si laureò in belle lettere a Bologna.
Dalla sua biografia traiamo:
“Di vasta coltura e di rara modestia, fu cittadino e padre esemplare.
Amantissimo del luogo natio, che non volle mai abbandonare, rifiutò lusinghiere offerte di cattedre importanti: ad esse preferì l’insegnamento nelle scuole primarie del suo paese, riuscendo un impareggiabile educatore e lasciò una nobile e non peritura traccia nell’ animo dei suoi alunni, che ancor oggi, dopo tanti anni e sul declinare della' vita, lo ricordano col più riconoscente affetto.”
Fino a qui nulla di particolarmente eccezionale, senonché:
“Dedicava il resto del tempo allo studio della Storia che, seguendo le tradizioni del Gravina e del Giannone, corroborò con lo studio del diritto e viceversa.
Egli appartenne a quella rada schiera di coloro i quali, senza aiuti di mecenati di vario genere, solitari contro la indifferenza del pubblico, senza remunerazione, senza lodi - se non forse le inutili postume lodi – diedero in umiltà tutto sé stessi per accrescere e conservare, come dice il Panzini, quella non misurabile ricchezza dell’intelligenza e dell’umanità per cui la nostra Patria è veramente immortale.”
Eh sì, perché Francesco Paolo Ranieri è l’autore del più importante libro sulla storia della nostra città, «Guardiagrele – Memorie e Monumenti Paesani» di cui vi mostriamo la bellissima copertina opera di F. Spoltore.
Molti si sono occupati e si occupano di storia guardiese per aspetti particolari, il Ranieri, invece, realizzò un lavoro in sé monumentale, se raffrontato con le dimensioni della materia trattata, ma lasciandoci un’opera con cui tutti gli studiosi sono costretti a confrontarsi.
Soli pochi fortunati sono in possesso del volume, stampato la prima volta nel 1926 e ristampato in un numero limitato di copie 52 anni dopo, a cura dell’Associazione «Pro Guardiagrele».
Possibile che a distanza di quasi mezzo secolo nessuno prenda l’iniziativa per la ristampa di un’opera che dovrebbe stare in tutte le case guardiesi?
Ultimo aggiornamento ( 13 Ottobre 2024)