Dicembre - Dicembre
Con dicembre si chiude l’anno dei nostri calendari civili, precisamente alla mezzanotte dopo il tramonto del 31 del mese. Una scelta che ha continuato a variare nel corso dei secoli e dei millenni e nei diversi ambiti culturali di riferimento. Tuttora non esiste un calendario unico per tutto il mondo.
December era il nome del mese che chiudeva l’anno nell’antica Roma ed era così chiamato perché nei tempi più remoti era il decimo dell’anno. Anche dopo l’aggiunta di due mesi iniziali conservò il suo nome, come i tre che lo precedevano. Lo sfalsamento di due mesi nel nome non doveva dare molto fastidio, anzi, nessun governante osò modificarli dopo che l’imperatore Domiziano, autore di un tentativo messo in atto per settembre e ottobre perse la vita in un complotto. La modifica fu annullata e tutti evitarono di mettere mano in una materia che sembrava proprio non portare bene.
Nel cielo
Quello che accade nel cielo è fondamentale per il mese ma, soprattutto, per l’anno solare che trova la conclusione del suo ciclo nel giorno del solstizio invernale, quello in cui la notte è più lunga. La sua data è, in realtà, leggermente variabile (dal 20 al 23 nell’emisfero settentrionale terrestre) ma, convenzionalmente si usa fissarla al 21 del mese.
Si capisce che è meglio lasciar stare il proverbio che alcuni continuano a ripetere sul giorno di santa Lucia: il 13 di dicembre non è il giorno più corto dell’anno (solstizio invernale)! Lo si poteva, grossomodo, affermare prima della riforma del calendario del XVI secolo che spostò di dieci giorni la sequenza nel calendario. Effettivamente, prima, la posizione del sole nel giorno di santa Lucia era quella che oggi vediamo il 23 dicembre (solstizio).
Sbaglierebbe oggi ancor di più un nostro antico proverbio che affermava:
A santa Lucije, nu passe di galline.
Nel nuovo calendario il 13 dicembre le giornate continuano ad accorciarsi. Forse prima della riforma si poteva riusciva talvolta a percepire qualche minuto di allungamento rispetto al momento effettivo di solstizio quando cadeva in uno dei giorni precedenti anche se, per un paio di settimane, il sole sembra essersi stabilizzato permanendo, tra alba e tramonto, solo qualche minuto in più di 9 ore (nei giorni di fine anno, a Guardiagrele, arriva a sorgere alle 7.30 e a tramontare già verso le 16.30).
Prima che l’anno calendariale volga al termine ci sono segnali di rinnovata vigoria dell’astro sottolineati nel proverbio:
Tra san Tumasse e Natale nu passe di cane;
tra Natale e l’anne nove nu passe di vove.
Infatti, nei quattro giorni tra Natale e S. Tommaso Becket (29 Dicembre) l’incremento è dell’ordine del paio di minuti (passo di cane); l’aumento raddoppia a Capodanno (passo di bue) ma con soli tre giorni in più.
Nella meteorologia
Dal punto di vista meteorologico, con l’arrivo di questo mese siamo già nella stagione invernale.
La neve già appare sulle montagne anche se in città la sua presenza può essere solo fugace.
Le temperature sono comunque abbastanza rigide e, ai tempi in cui ci si poteva scaldare solo davanti al fuoco di un camino o di un braciere, si subiva l’effetto dell’irraggiamento diretto:
Dicembre, ‘nnanze mi coce, arrete mi ‘ngenne.
Di giorno erano le cucine a fornire un ambiente riscaldato con la legna nel camino e nella stufa, ma, dopo cena, bisognava risparmiarla e quindi meglio pensare a rifugiarsi quanto prima nel letto ben scaldato con le ultime braci.
Essendo dicembre il primo mese invernale, ha sempre ricevuto molta attenzione al fine di poter ricavare informazioni sull’andamento dell’intera stagione. In effetti, già al secondo giorno del mese tutti si affrettano a verificare che tempo fa perché è ben noto che
Si piove a santa Bibbiane, piove nu mese e na sittimane.
Eppure è tutto sbagliato! Come nel caso del proverbio sul giorno più corto che non è più quello di santa Lucia dopo la riforma del calendario del XVI secolo, per lo stesso motivo, anche per le previsioni meteo, il giorno da tenere sotto osservazione deve essere portato dieci giorni in avanti. In pratica, si va a cadere proprio nei giorni intorno alla festa di santa Lucia.
Occorre quindi aspettare quei giorni per capire l’andamento del tempo per circa quaranta giorni successivi andando così a coprire il cuore del periodo invernale.
Un ragionamento simile occorre farlo per tutti i tanti proverbi che fanno predizioni basate sulla situazione del giorno di Natale. Non si sa quanti di essi sono nati dopo la riforma del calendario e quindi avere un corretto riferimento a questa importante data:
Lu vente chi fere la notte di Natale, fere tutte l’anne
Natale ‘mbusse, Pasque assutte
Natale ‘n pulvirelle, Pasque ‘nchi lu mantelle
Natale ‘nchi lu sullijune, Pasque ‘nchi lu tizzune
Natale a lu tizzune, Pasque a lu sullijune
Natale senza lune, sette neve sopre a une
Quande Natale ni vè ‘nchi la lune, ogni diece pèquere ni vale pi une
Quande Natale vè di giove, t’à da venne vacche e vove.
Forse bisognerebbe anche per essi spostare di dieci giorni in avanti la data di riferimento, ma non si può escludere che, riguardando una situazione generalizzabile per il periodo, potrebbero risultare comunque attendibili.
Nell’agricoltura
Nel mese di dicembre non sono previsti particolari lavori nei campi. Solo quando le condizioni del tempo lo consentono si potrebbe pensare ad una semina tardiva del grano:
Si tì lu rane ‘n quantità, fine a Natale pù suminta’.
Per il resto meglio pensare ad attività al riparo, magari seguendo la maturazione del vino che non è più novello:
A Natale, ogni vine jè pare
oppure preparandosi alla macellazione del maiale all’arrivo del primo freddo intenso:
Tra dicembre e ginnaje, pi li purche cumenze li guaje.
Ultimo aggiornamento ( 04 Dicembre 2024)