Questo nostro calendario che vuole avere uno sguardo attento alla tradizione non può esimersi dal privilegiare per questa data il ricordo di un evento particolarmente importante per tutte le confessioni cristiane.

Infatti, anche se i calendari riportano l’indicazione della festa di “Maria Madre di Dio” secondo quanto stabilito nella riforma post-conciliare di Paolo VI, non bisogna dimenticare che il 1° gennaio è festa di precetto perché in questa data si ricorda la Circoncisione di Nostro Signore, evento rilevantissimo per la tradizione ebraica al quale anche le chiese cristiane hanno attribuito molteplici significati.

L’antico rito era prescritto per l’ottavo giorno dalla nascita e per questo motivo ricade nell’ultimo giorno dell’Ottava del Natale.

La corrispondenza dell’inizio dell’anno civile con questa ricorrenza religiosa è divenuta regola generale solo in epoche relativamente recenti. Fino agli ultimi anni del ‘700 il capodanno poteva variare da uno Stato all’altro e a volte persino da città a città. Stupisce tale variabilità se si considera che già nel II secolo a.C., nell’antica Roma, il capodanno era stato stabilito in questa data che all’epoca, tra l’altro, corrispondeva, più o meno, al solstizio d’inverno.

Bone a sape’

Le strenne di Capodanno

I doni natalizi che solitamente sono definiti “strenne” sono da ricondurre a una consuetudine dell’antica Roma che consisteva in uno scambio di omaggi da eseguire, no a Natale, come si pensa comunemente, bensì in occasione del Capodanno (in tempi antichissimi il 1° marzo). Per augurare un buon anno nuovo si consegnava un ramo d’alloro (detto “strena”) accompagnato da prodotti dolci (miele, fichi secchi, datteri ecc.). Il nome derivava da quello di una divinità, Strenia, cui era dedicato il bosco dove il rametto doveva essere prelevato.

Le lenticchie no!

È convinzione generale che la notte di Capodanno occorra consumare lenticchie in segno benaugurante perché questo legume rappresenta il denaro. Andando a vedere cosa effettivamente dicono a questo proposito le nostre tradizioni dobbiamo suggerire una certa cautela. Vediamo perché.

Tradizioni di varia origine raccontano di un ritorno dei defunti in alcune notti dell’anno alle quali si attribuiscono significati di transizione. Ovviamente, quella di Capodanno è una di queste.

Ebbene, le lenticchie sono sempre state legate al culto dei morti a cominciare dalla tradizione ebraica più antica che fa risalire la faccenda al pessimo affare che fece Esaù.

Ci sono altre tradizioni che si sono allineate vietando il consumo di lenticchie e fave nei giorni di festa.

Quindi, se proprio si vuole, mangiamo le lenticchie prima di mezzanotte, nell’anno che sta per morire.

Come augurio per la prosperità finanziaria ricordiamoci che esiste l’uva:

L’uve a Capidanne dà pruvvidinzie tutte l’anne.

Possiamo mangiarla nei grappoli oppure essiccata, o magari nell’impasto delle nostre gustose crispelle fritte e nella scrucchijate dei caviciunitte (ma sì, anche una fetta di panettone può andar bene per comodità).

Ultimo aggiornamento ( 30 Dicembre 2024)