Nell’ultimo giorno dell’anno civile la Chiesa ricorda come memoria facoltativa san Silvestro I papa e questo ha dato alla sua figura una notorietà vasta ma inappropriata. Sembra quasi che il popolo lo abbia riconosciuto come protettore del nuovo anno e conseguentemente di tutte le attività collegate ai festeggiamenti per il Capodanno. Nient’affatto.

Ce ne occupiamo in questa sede per le importanti tracce che ha lasciato nel nostro territorio e lo facciamo molto volentieri perché tracce simili sono presenti un po’ ovunque sotto forma di intitolazioni di luoghi sacri e toponimi, eppure, sono in troppi a chiedersi quali siano stati i suoi meriti nella storia della Chiesa. La risposta non è semplice e immediata perché nelle pubblicazioni che lo riguardano si parla di lui soprattutto in termini negativi. Solo approfondendo ed entrando nel merito si comincia a sospettare che si tratta solo di un cumulo di falsità create e riproposte periodicamente per colpire, non tanto quel pontefice, ma il Papato come istituzione.

Proviamo a narrare per sommi capi la vicenda di questo santo cominciando con due dati generalmente ritenuti certi e che risultano fondamentali per comprendere tutto quello a cui abbiamo fatto cenno.

Silvestro fu eletto papa nel 314, immediatamente dopo la presa di potere di Costantino il Grande sull’Impero d’Occidente (312) e l’emanazione dell’Editto di Milano sulla tolleranza religiosa (313), atto che pose fine dopo secoli alla persecuzione dei cristiani.

Il papa morì nel 335, due soli anni prima di Costantino. I due esercitarono il rispettivo ruolo contemporaneamente per ben ventun anni, ma i pochi mesi di differenza tra gli estremi dei due periodi hanno un’importanza decisiva per la comprensione della realtà dei fatti.

Si consideri anche che, nonostante quanto si narra a proposito delle apparizioni che precedettero la vittoria definitiva di Costantino su Massenzio al Ponte Milvio (312), egli sarebbe rimasto un adoratore del dio Sole, convertendosi al Cristianesimo solo in punto di morte. Quindi, all’epoca, si sapeva benissimo che la conversione avvenne sotto il successore di Silvestro.

Già a questo punto appare in tutta chiarezza l’opera del nostro papa che, nel corso del suo pontificato, fece sì che i Cristiani realizzassero l’impensabile passaggio dalle persecuzioni alla protezione da parte dell’imperatore che, almeno ufficialmente, cristiano non lo era ancora. Storici sbrigativi si impegnano a sminuire la figura del papa soffermandosi a smentire le leggende che asserivano essere stato lui stesso a impartire il battesimo all’imperatore.

L’imperatore Costantino si impegnò personalmente a presiedere i lavori delle più importanti assemblee cristiane in tutto l’Impero impedendo la diffusione di tutte le posizioni ereticali che circolavano all’epoca. In particolare, fu Costantino a indire il primo concilio ecumenico tenutosi a Nicea, evento fondamentale per la Cristianità, durante il quale si approvò il Credo per riaffermare la divinità di Gesù Cristo contro l’eresia ariana.

In tutto questo non si può non vedere la necessità di una regia, discreta, da parte di papa Silvestro. Eppure c’è chi gli rimprovera una presunta mancanza di nerbo forse ignorando che la responsabilità di indire e gestire i lavori delle assemblee cristiane rimase prerogativa dell’Imperatore per tutto il primo millennio.

Il consolidamento dottrinale e organizzativo, la disponibilità di mezzi e di importanti luoghi di culto, sia pur conseguiti attraverso l’autorità imperiale, resero evidenti alla comunità cristiana i meriti di questo papa. In un’epoca in cui la santità rappresentava un riconoscimento attribuito per volontà popolare solo a chi aveva testimoniato la propria fede attraverso il martirio, la gratitudine dei fedeli fu tale che papa Silvestro fu riconosciuto subito santo nonostante fosse morto nel proprio letto. Per lui venne coniato l’attributo di «confessore» in sostituzione di quello di «martire» e l’anno dopo il suo «transito» aveva già il giorno della memoria in calendario. Lì è rimasto anche dopo l’accurata revisione storica degli ultimi anni ’60 che ha eliminato o declassato nel Calendario Romano Generale un buon numero di santi con vicende di dubbia attendibilità.

Però, il motivo per cui san Silvestro è ancora presente con un consistente numero di intitolazioni non è tanto riconducibile alle benemerenze riconosciutegli all’epoca del suo «transito», bensì alla controversa vicenda della cosiddetta Donazione di Costantino. Si trattava di un atto diplomatico mediante il quale l’Imperatore donava alla Chiesa possedimenti e giurisdizioni sia civili che religiose in base al quale il Pontefice di Roma fondò la sua autorità nei secoli successivi, in particolare relativamente al potere temporale.

Del documento si parlava già in epoca immediatamente successiva alla scomparsa di Costantino, ma solo in epoca carolingia cominciò a circolare una sua trascrizione all’interno di altri documenti perché quello originale non è mai stato rinvenuto. Il documento circolante identificava in papa Silvestro il destinatario della donazione e contribuì a rinverdire e tener viva la popolarità del santo per oltre sei secoli fino a quando, nel XV secolo, il testo venne riconosciuto come falso.

Ad onor del vero, furono riconosciute incongruenze nel testo circolante che, in quanto trascrizione, poteva essere stato oggetto di errori nella copiatura o di maldestre interpolazioni di testo mancante. Si consideri anche che il contenuto riportato era sostanzialmente in linea con la politica di Costantino per la parte occidentale dell’Impero. Da allora non ci sono più state novità a riguardo.

Tutto sommato un testo ritenuto probabilmente apocrifo ha contribuito a risarcire san Silvestro I papa dei meriti reali che gli venivano misconosciuti.

Qualcuno evidenzia addirittura che anche la data della sua morte, un 31 di dicembre, richiami il “dies natalis” della Chiesa stessa verso un’epoca completamente nuova.

Un cero per il Santo

Purtroppo a Guardiagrele non è comodo rendere omaggio a questo grande Papa Santo nonostante i nostri antenati avessero deciso di intitolargli la seconda parrocchia del centro storico.

La sua chiesa è ormai sconsacrata e del contenuto non è rimasto nulla se non, fortunatamente, un antico busto artistico conservato però sotto chiave in un locale non accessibile della parrocchia di San Giuseppe Artigiano nella frazione di Comino, territorio anticamente appartenente alla parrocchia di San Silvestro. Se volete potete recarvi in quella chiesa per onorare questo grande santo.

Viceversa, al santo è stata intitolata, in tempi relativamente recenti, la parrocchia nella contrada di Villa San Vincenzo, fuori della giurisdizione dell’antica parrocchia di San Silvestro.

Ultimo aggiornamento ( 14 Gennaio 2025)