A san Benedetto da Norcia, che agli inizi del VI secolo stava avviando la comunità religiosa di Subiaco, vennero affidati come oblati due ragazzi, Mauro e Placido, da genitori romani di buona famiglia. I due formarono una coppia veramente affiatata nel rispondere a qualsiasi esigenza della comunità monastica tanto che sono anche ricordati assieme nel calendario liturgico (25 gennaio).

Si racconta che un giorno Benedetto ebbe la visione di Placido che stava annegando in un corso d’acqua. Chiamò Mauro che in un baleno andò a recuperare il più giovane amico portandolo in salvo e accorgendosi solo dopo di aver camminato sull’acqua!

Mauro dimostrava sempre una particolare abilità e sollecitudine nell’eseguire gli incarichi più complessi tanto che, piano piano, divenne il braccio destro del Patrono d’Europa che gli affidò incarichi anche molto delicati. Fu proprio lui a reggere il monastero di Subiaco dal momento in cui san Benedetto decise di trasferirsi a Cassino.

Quando il vescovo di Le Mans chiese a san Benedetto un valido aiuto per avviare un nuovo monastero, san Benedetto inviò proprio Mauro con quattro suoi compagni.

Anche se già durante la sua permanenza a Subiaco si era parlato di una miracolosa guarigione di uno zoppo da parte di Mauro, la sua fama crebbe notevolmente da quel momento grazie ai tanti miracoli operati durante il viaggio verso la Francia e nella sua permanenza al di là delle Alpi. Mauro si prodigò nel restituire l’integrità fisica in particolare da infermità, anche gravi, riguardanti le articolazioni.

In Francia fondò un monastero a Glanfeuil, ora Saint Maur sur Loire, e lì rimase fine alla sua morte, avvenuta all’età di 72 anni per infezione respiratoria.

Molti secoli dopo nacque anche una congregazione di monaci benedettini, detti «maurini», che fu completamente cancellata durante la rivoluzione francese. Anche delle sue reliquie che, nel frattempo, erano state portate a Parigi rimase ben poco.

Per la sua storia, San Mauro abate è invocato principalmente nei casi di infermità nelle articolazioni e nelle vie aeree.

Un cero per il santo

Il culto di san Mauro abate è stato molto vivo nel nostro territorio, specialmente ad opera dei monaci Celestini.

È ancora molto sentito ad Arielli e, ancor di più, a Bomba che gli ha edificato un santuario.

A Guardiagrele abbiamo di lui più di una semplice traccia perché al santo è riservata un’ampia cappella all’interno della chiesa della Madonna del Carmine, non a caso, essendo l’edificio sacro realizzato nell’area dell’antico monastero dei Celestini.

Nella cappella troviamo una statua di san Mauro abate con ai piedi una mitria vescovile a rappresentare i meriti acquisiti pur senza aver mai ricevuto quella nomina.

Il santo viene festeggiato insieme alla Madonna titolare della chiesa nella prima domenica del mese di settembre.

 

Ultimo aggiornamento ( 16 Gennaio 2025)