Avvicinandosi la fine di gennaio gli auspici e i timori relativi all’andamento del tempo sembrano non poter evitare di coinvolgere in qualche modo i ben noti tre giorni della merla, quelli di fine gennaio che ormai tutti conoscono come i più freddi dell’anno. Molti riproporranno i dettagli della leggenda della merla che da bianca divenne nera per le vicissitudini legate al freddo di quei giorni. Si tratta, però, di una tradizione dell’Italia settentrionale che, pur in assenza di verifiche sulla sua validità alle nostre latitudini, si è diffusa in epoca recente anche dalle nostre parti.

Viene da chiedersi: è possibile che nell’Italia centro-meridionale non sia nato nulla di corrispondente? E se questa assenza c’è realmente stata, come mai la leggenda non si è diffusa agevolmente dalle nostre parti?

Qualche ragionamento merita di essere fatto.

Consideriamo i riti ancestrali associati alle celebrazioni di sant’Antonio abate e, in particolare, quelli che coinvolgono il fuoco che, secondo alcune leggende, fu un dono del santo all’umanità.

Noi siamo abituati a pensare che le farchie incendiate Fara F. P. la sera del 16 gennaio siano a ricordo della difesa vittoriosa della città operata da sant’Antonio abate (celebrato il giorno successivo) contro l’assalto delle truppe giacobine nel 1799. Bisogna, però, dire che l’accensione di fuochi in onore del santo è una tradizione antichissima di molte comunità dell’Italia centro-meridionale, senza alcun riferimento a eventi bellici.

Il motivo di questi riti sembra proprio legato alla leggenda riguardante sant’Antonio che ci porta il fuoco, ovvero ci dà ristoro dal freddo intenso del periodo.

Attenzione, però, perché non dobbiamo andare subito alla conclusione che il giorno di maggior freddo sia il 16 gennaio, giorno dei falò alla vigilia della festa! Occorre considerare che i riti di cui parliamo risalgono a molto prima della riforma del calendario del 1582 che comportò uno spostamento di data di dieci giorni. Prima della riforma la situazione astronomica e meteorologica del 16 gennaio era quella del 26 gennaio nell’attuale calendario!

Come si nota, siamo proprio in prossimità dei giorni della merla e lo scarto di qualche giorno trova ampia giustificazione nelle differenze climatiche tra il Nord Italia continentale e il Centro-sud peninsulare, senza dimenticare che le indicazioni derivano da valutazioni che anticamente erano di carattere assolutamente soggettivo.

Per concludere, si può anche ritenere che l’opera di sant’Antonio abate a favore di Fara F. P. sia stata agevolata da un buon numero di falò o farchie predisposti per i riti del fuoco che certamente le truppe giacobine non conoscevano.

A Guardiagrele, poco più di un mese dopo, le cose andarono diversamente.

Ultimo aggiornamento ( 17 Gennaio 2025)