In realtà, in questo giorno, si ricordano tre aspetti diversi di uno stesso fatto narrato nei Vangeli. Curiosamente, nella pietà dei fedeli continuano ad esserne presenti due che forse sono proprio i meno importanti, quelli che, tutto sommato, si potrebbe arrivare a considerare inutili.
L’attuale calendario liturgico mette in evidenza la presentazione di Gesù al Tempio, atto richiesto dalla legge mosaica perché il primogenito apparteneva a Dio. Strana presentazione essendo Egli stesso Dio!
L’altro aspetto ricordato dalla Chiesa per molto tempo è la Purificazione di Maria, atto richiesto perché ogni donna, quaranta giorni dopo il parto, doveva presentarsi al Tempio per un rito che le facesse riacquistare la «purezza». Anche qui, di quale purezza stiamo parlando se la Madre di Dio è definita sempre pura sin dal concepimento?
Forse occorre ritornare a considerare che Gesù Cristo ha voluto sempre rispettare la legge mosaica. Arrivò a rimproverare suo cugino che era restio a battezzarlo, conscio dell’inutilità dell’atto!
La comunità dei cristiani, originariamente, aveva individuato un effettivo contenuto dedicando la festa a Simeone, il sant’uomo cui era stato predetto che avrebbe visto con i suoi occhi il Messia prima di morire e divinamente fu avvertito della presentazione al Tempio.
L’incontro di Simeone con Gesù era celebrato nella Chiesa orientale sin dal IV secolo e venne recepito dalla Chiesa latina nel VI secolo. Tuttavia, poiché la festa cadeva nel periodo delle celebrazioni pagane riguardanti la purificazione in vista del nuovo anno, essa rappresentò l’occasione per una sovrapposizione della Purificazione di Maria nel quarantesimo giorno dalla nascita del Cristo.
Solo in tempi recenti il calendario liturgico romano si è riallineato nella dedica con quello orientale.
Bone a sape’
Perché la "Candelora"
Le celebrazioni di questa festa, all’epoca del suo arrivo in Italia, prevedevano un corteo di candele accese a ricordo della definizione che il vecchio Simeone utilizzò per Cristo: «luce per illuminare le genti».
L'usanza che caratterizza da tempo questa ricorrenza è quella della benedizione delle candele. Arrivò in Italia da paesi d’Oltralpe verso il X secolo e ha fatto sempre più identificare la festa come quella delle candele, tanto da arrivare a far definire popolarmente la festa con il nome di «Candelora».
Anticamente, durante la cerimonia della benedizione, le candele venivano accese mediante un cero a rappresentare il nuovo spirito vivificatore infuso nella natura che stava per rinascere con l’imminente primavera. Lo stesso spirito, Cristo, che rinnova l’umanità con il battesimo e diventa luce per il suo cammino.
La candela benedetta resta ora spenta per significare l’impegno dei fedeli nella preparazione all’incontro con il Cristo rinnovatore.
La candela potrà essere accesa come protezione contro i fulmini e i danni dei temporali.
Ultimo aggiornamento ( 29 Gennaio 2025)