Ieri ha avuto luogo a Guardiagrele un evento di primaria importanza. Vi è stata la presentazione del «Restauro e ricomposizione dei frammenti della Croce di Nicola da Guardiagrele».
Appena ammessi alla visione dell’opera, dopo i consueti discorsi dei massimi rappresentanti degli enti patrocinanti, il pubblico intervenuto ha subito mostrato evidenti segni di perplessità. Tutti sapevano che la Croce non era stata completamente recuperata ma parlare di «ricomposizione dei frammenti» è apparso subito eccessivo. Forse «composizione dei frammenti recuperati» sarebbe stato più appropriato e non avrebbe provocato sentimenti di delusione.
Il sentimento indicato è quello che abbiamo subito condiviso tra noi alla “Cantine” ma c’è stato anche altro e vediamo di sintetizzare le considerazioni di varie parti ma abbastanza allineate.
Si è cominciato subito con il mettere i piedi nel piatto: pensare di realizzare una copia della Croce è un’eresia?
Lo si fa per opere all’aperto deperibili agli agenti atmosferici, lo si potrebbe fare per replicare un’opera rimaneggiata più o meno irrimediabilmente.
Ci sono opere antiche di cui non si conoscono le forme delle parti mancanti e ricostruirle sarebbe operazione presuntuosa e fastidiosa. Non è questo il caso della Croce di cui si hanno ottime foto anche dettagliate.
Ammirare una copia fedele della Croce permetterebbe di comprendere l’arte e il genio di Nicola da Guardiagrele quasi come davanti all’originale. Si apprezzerebbero l’artista di un tempo e l’abile artigiano contemporaneo. Senza considerare che anche l’originale potrebbe essere stato eseguito da un artigiano a bottega dell’artista.
Diciamolo più direttamente: è preferibile accontentarsi di vecchie foto in bianco e nero o di una rappresentazione fedele nelle dimensioni reali? Come richiamo anche ‘volgarmente’ turistico ci può essere paragone?
E ancora. Vista la tematica, vogliamo fare anche un paragone religioso che non vuole essere assolutamente blasfemo? Pensiamo ai santi. Di essi ci sono le reliquie che in un certo senso corrispondono a ‘originali’ preziosi e deperibili ma ci sono anche statue che rappresentano ‘copie dell’originale’ spesso anche infedeli. Eppure il popolo si rivolge devotamente a queste ‘copie’ pur non trascurando le reliquie cui accede solo in situazioni particolari. Insomma, le capacità evocative delle copie non sono da trascurare. Tutto quanto ci è stato descritto da S.E. Bruno Forte non sarebbe valido di fronte a una copia? Ancora domande retoriche.
Indubbiamente la realizzazione della Croce appena inaugurata non fa altro che accentuare la nostalgia per l’originale. Dell’arte dell’autore ci dà solo alcuni lampi luminosi non un’immagine abbagliante. La nostalgia non è un sentimento cristiano che bisogna incentivare.
Abbiamo parlato di lampi luminosi ma non possiamo non soffermarci su alcuni particolari stridenti dell’attuale realizzazione.
Tralasciamo le piccole sciatterie di lembi staccati (già in sede di inaugurazione!) nella pellicola che mostra l’immagine originale. Ci riferiamo invece e soprattutto al Crocifisso, collocato giustamente in posizione preminente ma trafitto da orribili chiodi da ferramenta dalla testa zigrinata? Vogliamo dire anche di particolari pregevoli come le sferette al contorno della Croce tenute da smaglianti bulloncini con dadi esterni che offendono qualsiasi senso estetico?
Qualcuno verrà a spiegarci che il contrasto è voluto e ha un preciso significato ma siamo convinti che l’artista non avrebbe gradito che l’osservatore della sua opera, per quanto rimaneggiata, venisse via con un sia pur minimo disappunto, per di più originato da altri.
Consideriamo poi che, se la Provvidenza (invochiamola pure in questo contesto) ci permetterà di recuperare le parti mancanti, come le collegheremmo? Gli elementi di collegamento originali sono quelli che hanno meno probabilità di essere recuperati e allora cosa si farà? Useremo quei chiodi e bulloni? Immagino che incaricheremmo un artigiano orafo di realizzarli secondo lo stile antico. E se essi, quindi, sarebbero presenti nell’opera originale restaurata, per quale motivo non possono essere presenti in questa ricostruzione parziale?
Tante domande che certamente troverebbero risposte da parte degli esperti. Ma noi non apparteniamo ad Accademie, siamo semplici frequentatori di questa “Cantine” con competenza molto relativa e le risposte non le troviamo.
Ah, per concludere: non si tiri fuori il discorso «Siete buoni solo a criticare!». Diciamo subito che se servono soldi per la realizzazione di una copia da donare al nostro Duomo, noi della “Cantine” siamo disposti a fare la nostra parte e saremmo ben lieti di partecipare ad un «crowdfunding» di un comitato appositamente costituito. Abbiamo fatto un giro veloce tra i nostri simpatizzanti e alcune migliaia di euro sarebbero già disponibili.
Potrebbero essere utilizzati diversamente? Certamente sì, ma i soldi sono nostri e finché sarà possibile, le priorità le stabiliamo noi. Noi che alla Croce di Nicola da Guardiagrele siamo legati in modo particolare.
Ultimo aggiornamento ( 20 Luglio 2019)