Se avete notato che in Abruzzo abbiamo l’abitudine di chiamare pizze le focacce di qualsiasi tipo, anche senza altri ingredienti, e non sapete darvi una spiegazione, allora seguiteci in questa storia ancora poco conosciuta pur non essendo segreta.
Non scoprirete dove hanno inventato la focaccia (praticamente impossibile) ma saprete dove è stata «battezzata». Vi è venuto qualche sospetto?
Anche se la curiosità non vi fosse sorta spontanea, molto probabilmente vi sarà capitato di notare la meraviglia di qualche vostro conoscente proveniente da fuori del nostro territorio riguardo alla nostra abitudine di chiamare «pizza» qualsiasi prodotto culinario di forma schiacciata e, in particolare, la semplice pizza pane o pizza bianca prodotta dai nostri fornai.
Anche da parte nostra ci siamo dovuti allineare alla spiegazione che asserisce trattarsi di una particolarità locale sviluppatasi probabilmente a causa dello storico isolamento culturale del nostro territorio.
Be’, da alcuni giorni non ne siamo più convinti, anzi! State a sentire.
Qualche sera fa il nostro don Arnaldo (“lu Nutare”) si è presentato alla “Cantine” tenendo sottobraccio uno dei volumi del «Dizionario etimologico della lingua italiana» di M. Cortelazzo e P. Zolli, forse l’opera più autorevole nel suo campo. Ha introdotto il discorso dicendo: «Mentre facevo alcune verifiche a proposito della ‘pizzadolce’ abruzzese, sono andato a rivedermi l’origine della parola ‘pizza’ perché ricordavo che la sua origine non era ancora stata del tutto chiarita. Sono andato, quindi, a consultare direttamente questo ottimo dizionario che riporta sempre la sintesi delle varie ipotesi. Neanche immaginavo di trovare quello che ho effettivamente trovato.»
In estrema sintesi, anche se da vari studiosi si sono ipotizzate origini in molte parlate del mondo conosciuto (greco, latino, slavo, germanico e perfino turco), sembra ormai accertato che il termine ora in uso si sia sviluppato dalle nostre parti. Ma proprio quelle «nostre».
Il Dizionario Etimologico di Cortelazzo e Zolli avalla il risultato di studi relativamente recenti condotti e pubblicati da Giovanna Princi Braccini sull’introduzione nel lessico italiano di parole di origine germanica da parte dei longobardi. Ebbene, «pizza» non è che una variante di un termine di area germanica che i longobardi hanno cominciato ad utilizzare in una zona d’Italia in cui si erano fittamente insediati, «in quella zona degli Abruzzi attraversata dal fiume Pescara (Aquila, Penne, Celano, Sulmona)», un territorio al confine tra i due ducati longobardi di Spoleto e Benevento.
Il vocabolo, che inizialmente indicava un pezzo di pane, ben presto si affermò nel significato di focaccia in tutta l’area longobarda meridionale, compresa la zona napoletana. A questo proposito, il «Dizionario moderno» di A. Panzini (1905), alla voce «pizza» riporta «nome volgare di una vivanda napoletana popolarissima. Consiste la pizza in una specie di sfoglia o stiacciata di farina lievitata moltissimo. Cosparsa di pomidoro, formaggio fresco, alici, ecc., a piacimento del cliente, mettesi al forno dove gonfia e cuoce lì per lì».
Insomma, la parola «pizza» è nata in Abruzzo per indicare una focaccia e con questo significato è rimasta nella tradizione fino ai giorni nostri, tant’è che la pizza con il pomodoro si è sempre chiamata, dalle nostre parti, “pizze ‘nchi la pummadore” (focaccia col pomodoro).
Quando la parola si diffuse anche nel napoletano, passò ad indicare la focaccia cosparsa con vari ingredienti e con questo significato è rientrata nel nostro territorio creando un po’ di confusione.
Una conferma di questa situazione si ha anche per il fatto che il riconoscimento di Specialità Tradizionale Garantita (STG) è stato assegnato alla «pizza napoletana» e non alla semplice pizza.
Tornando quindi all’inizio di questo discorso, a chi osserverà che in Abruzzo siamo strani a chiamare pizza una semplice focaccia possiamo ribattere che siamo noi ad essere nel giusto perché la pizza originale è nata qui e proprio con questo significato!
Ultimo aggiornamento ( 25 Novembre 2019)