Se si escludono i rari casi in cui personaggi cittadini lasciano tracce significative incidendo effettivamente sulla storia, la cultura e l’ingegno sia pure a livello locale, la regola della natura vuole che la memoria di quanti scompaiono permanga solamente in quanti li hanno conosciuti e per qualche generazione nell’ambito della discendenza familiare. Fate la prova: la prossima volta che andrete a rendere omaggio ai defunti nel nostro cimitero comunale, conteggiate quante, tra le tombe più vistose, accolgono i resti di persone delle quali sapreste dire qualcosa al di là degli ovvi legami con attuali discendenti. Persone che al massimo restano importanti per i familiari, esattamente come quelle che giacciono nelle tombe più umili.
Ci sono, poi, casi particolari di persone che superficialmente definireste normali ma che invece hanno contribuito con la loro storia personale alla crescita di una comunità locale. Queste persone non erano tra quelle che si vedevano percorrere pretenziosamente le vie del paese fregiandosi di titoli chissà come conseguiti o atteggiandosi a profondi pensatori sui travagli del genere umano. Esse comparivano per le nostre strade solo il necessario e di solito camminando ai lati, quasi per non recare disturbo. Eppure erano portatori di storie che fanno parte della nostra vita di comunità.
Una figura della categoria descritta è certamente quella di Corrado Colasante, per tutti Corradino l’Infermiere, scomparso in questi giorni.
Come premessa, specifichiamo che Corradino presentava al grado massimo alcune caratteristiche personali tipiche delle figure di cui stiamo parlando: persona educata, riservata e discreta, capace di sorridere anche nei momenti più difficili. Quando questi pregi si trovano associati a eccellenti doti professionali messe a disposizione di una vasta platea di cittadini, ecco che abbiamo di fronte proprio un personaggio speciale nella sua normalità.
Presso i giovani passava quasi inosservato ma quelli di una certa età si soffermavano sempre volentieri a salutarlo scoprendo con sorpresa quanto erano presenti nella sua mente. Solitamente chi è conosciuto da tutti lo è perché ricopre o ha ricoperto incarichi o ruoli pubblici attraverso i quali si possono dispensare favori; nel suo caso, invece, tutto derivava da un ampio contatto con il pubblico, specialmente quello più fragile e bisognoso di cure.
Corradino, era un pilastro della Clinica Liberatoscioli, braccio destro di don Palmerino nei decenni seguenti l’ultimo dopoguerra. Si pensi che la clinica, operante nel palazzo liberty di via Modesto Della Porta, vicino alla Villa Comunale, e gestita dal dottor Palmerino Liberatoscioli, inizialmente in associazione al fratello Giuseppe, per garantire la cura ai pazienti era portata avanti da un’assistente ai degenti (Bambina), da un addetto all’igiene e sanificazione (Camillo) e da Corradino, infermiere, segretario e fac-totum.
In ambulatorio Corradino era una presenza garantita. Attraversato l’imponente ingresso del palazzo si proseguiva in un silenzio inquietante per un lungo e ampio corridoio cui le ampie vetrate spesso non riuscivano a garantire sufficiente luminosità. In fondo c’era l’ambulatorio individuabile dalla luce accesa. Quando vi si entrava, quel certo disagio che incute l’ambiente trovava sollievo nel sorriso di Corradino, rassicurante nonostante armeggiasse con strumenti poco gradevoli. Particolare che colpiva: il grande tavolo piastrellato da laboratorio era coperto per quasi metà da scatole di medicinali personalizzate contenenti le fiale da iniettare nei pazienti che si avvicendavano nel corso della giornata.
Per le visite domiciliari fuori dal centro storico fungeva da autista e assistente del titolare a qualsiasi ora. Per tanti anni si sono visti in coppia e certamente non deve essere stato facile assecondare le richieste di una personalità geniale e vulcanica come quella di don Palmerino. Due caratteri opposti ma forse in modo tale da trovare compatibilità e integrazione operativa.
Successivamente alla chiusura della clinica, il nostro Corradino si era dedicato all’assistenza domiciliare in tutto il nostro territorio. Sono poche le case in cui non è entrato, sempre con cordialità e discrezione, provvedendo a qualsiasi esigenza igienico-sanitaria dei suoi assistiti.
Avanti con l’età si è rassegnato al meritato riposo dedicato alla famiglia e siamo certi, tenuto conto del suo carattere, che agli stessi famigliari ha raccontato solo una minima parte di tutte le sue vicissitudini professionali.
Se la sorte ci condurrà a rivederci, avremo tempo per ascoltare quelle storie.
Ultimo aggiornamento ( 04 Aprile 2022)