La notizia, circolata solo in questi giorni, riguardante la correzione del nome della nostra Maiella nelle citazioni ufficiali dell’Ente Parco, ha rallegrato noi che sostenevamo questo intervento dal 2014 (leggete qui) ma ha gettato nello sconforto (diciamo pure così) tanti affezionati della j. Le rimostranze sono state tante, nei mezzi di informazione e sui social, ma si sono inopportunamente frammischiati tecnicismi e sentimenti.
La sostanza della questione è molto semplice. A suo tempo qualcuno dei responsabili dell’Ente Parco della Maiella ha deciso che la grafia Majella era migliore per motivi ignoti.
Sta di fatto che la lettera j non fa parte dell’alfabeto ufficiale della lingua italiana (quella di ventuno lettere) e quindi non viene usata per le parole italiane negli atti ufficiali. La si ritrova nella toponomastica quando il nome non è di genuina origine italiana come, ad esempio in Frejus e Jesolo.
Il nome Maiella non ha origini chiare e quindi l’uso della j non trova giustificazione e, di conseguenza, il Parco e L'Ente Parco sono stati istituiti (diciamo pure, battezzati) senza far ricorso alla j.
Detto questo, qualche altra opportuna precisazione.
I nomi nascono come suoni che poi si cerca di rappresentare al meglio graficamente. L’italiano, come detto, non necessita della j. Per il dialetto la situazione è diversa. Come faremmo, altrimenti, a scrivere mollica o ombelico in dialetto (mijiche, mijìquele)?
La j fa parte a pieno diritto dell’alfabeto dialettale del nostro territorio e quindi la Maiella è Majelle! I più nostalgici, che sono poi persone molto legate anche al nostro dialetto, ricordino che hanno tutto il diritto, anzi, il dovere, di usare la j nella forma dialettale. E nessuno osi toccarla.
Ultimo aggiornamento ( 27 Febbraio 2021)